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22/11/2021 06:00:00

Matteo Messina Denaro, la massoneria e quella strana associazione ...

 Il libro  “Matteo Messina Denaro, latitante di Stato” del giornalista Marco Bova è uscito da appena dieci giorni e già qualcuno minaccia querele, senza nemmeno averlo letto.

Si tratta di Franco Messina, avvocato dell’ex deputato dell’Ars e principale imputato al processo Artemisia Giovanni Lo Sciuto, che in una singolare nota riportata da un sito locale, si “riserva ogni ampia tutela innanzi la competente Autorità Giudiziaria” nell’interesse del suo assistito.

Al legale è bastato il lancio dell’agenzia di stampa nazionale Agi, che parla di una delle vicende inedite descritte nel libro di Bova, riguardo un elenco ritrovato dai carabinieri di Trapani nella segreteria politica di Lo Sciuto, il giorno del blitz Artemisia nel 2019.

Un elenco di nomi di un’associazione culturale chiamata “Malophoros”, fatto di 30 persone. Oltre a  Giovanni Lo Sciuto, ci sono diversi (ex) massoni, politici e aspiranti tali.

 L’avvocato Messina si lamenta del fatto che l’indagine Artemisia sia stata indebitamente “associata allo stragista latitante Matteo Messina Denaro”. Ma l’Agi, raccontando il libro di Bova, scrive un’altra cosa: “L’inchiesta della Procura di Trapani stava procedendo parallelamente ad un’altra indagine, condotta dalla Dda di Palermo e dall’aggiunto Teresa Principato, sulle logge massoniche trapanesi e la presunta protezione della latitanza”.

Si tratta di due indagini diverse. E quella della Dda è stata pure archiviata. Ma questo non impedisce certo di scriverne.

 

Il legale prosegue scrivendo che l’associazione Malophoros, “sebbene costituita da soggetti alcuni coinvolti nelle vicende processuali, non appaiono, per ciò stesso, iscritti a una loggia Massonica ordinaria, tanto che lo stesso Lo Sciuto non è stato mai massone, ne’ ha mai utilizzato metodi ‘massonici’”.

Peccato però che tra i nomi dell’associazione invece ci siano diverse persone che hanno fatto parte di logge massoniche. Tanto per citarne alcuni: Gaspare Magro, Andrea Calandrino ed il fratello dell’ex deputato Antonino Lo Sciuto, della loggia Hypsas appartenente al Grande Oriente Di Francia; Oppure Gaetano Accardo, della Enoch 238. Ovviamente appartenenze regolarmente registrate.

Inoltre, l’avvocato Messina sottolinea come Giovanni Lo Sciuto non sia mai stato Massone. Ma Bova non ha mai sostenuto il contrario. Anzi, a pagina 201 scrive: “L’ex deputato Giovanni Lo Sciuto non è un massone, ma dai fratelli riusciva a drenare aiuti e consensi, usando la massoneria a uso e consumo della crescita del suo network politico ed economico”.

 

Per finire, il difensore dell’ex deputato regionale scrive anche che “appare falso il riferimento che il politico Lo Sciuto si sarebbe ‘vantato di essere amico in gioventù’ del latitante di mafia”.

 

Ma nel libro c’è un’intercettazione che lascia poco spazio alle interpretazioni:

Quello là [Matteo Messina Denaro], siccome noi ci volevamo bene capito, assai ci volevamo bene, perciò da me puoi stare tranquillo che né mi manderà nessuno, né viene nessuno [...] né mi mette in pericolo a me perché lo sa, lo capisce che da me non deve venire nessuno perché consuma pure a me, hai capito? [...] quando eravamo ragazzini ci volevamo bene, poi lui ha fatto la sua strada... minchia, come mi tratta, mi tratta. Però lui minchia quando ha preso quella strada mi ha detto ‘Giova’ io faccio una strada, tu fai una strada, statti lontano’, minchia me lo è venuto a dire [...] mi ha detto, ‘Giova’ statti lontano, non è strada che spunta, io sono costretto’ [e] diceva, da Giovanni Lo Sciuto non ci deve andare nessuno, lasciatelo stare a quello che quello deve fare un’altra strada.

 

Intanto, di seguito l’elenco completo dei nomi dell’associazione Malophoros:

Giovanni Lo Sciuto, Giuseppe Berlino, Gaspare Magro, Luciano Perricone, Felice Errante, Gaspare Bongiovanni, Salvatore Gaetano Accardo, Ernesto Musiari, Felice Scaglione, Giuseppe Rizzo, Salvatore Vaccarino, Giuseppe Di Maio, Andrea Calandrino, Vito Firreri, Vito Cascio, Franco Martino, Riccardo Catalano, Martino Noto, Antonino Lo Sciuto, Giovanni Sacco, Lorenzo Ingrasciotta, Mario Lipari, Rosalia Ventimiglia, Giuseppe Ancona, Arianna Maniscalco, Angelo Accardo, Pietro Masaracchio, Salvatore Lipari, Giuseppe Gandolfo e Rino Salvo.

 

E’ un’associazione culturale, anche questa regolarmente registrata, dove ci sono anche persone che non hanno mai avuto nulla a che spartire con grembiuli e compassi, ma erano in quel momento dei sostenitori politici di Lo Sciuto. Allora perché è stata acquisita dagli inquirenti?

Nel libro, viene riportata la risposta degli investigatori:

Non può non essere sottolineata la perfetta aderenza di molti dei nominativi sopra richiamati, ufficialmente soci, presunti aspiranti o comunque interessati all’Associazione culturale ‘Malophoros’, con quelli riportati nell’ordinanza applicativa di misure cautelari, così come non possono non essere richiamati, per i predetti, l’appartenenza a logge massoniche e gli interessi in politica”.

 

Egidio Morici