Trapani, Giacomo Tranchida: "Contro il Covid lockdown e zone rosse dove servono"
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Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, sulla sanità trapanese e regionale, e sul modo di affrontare la pandemia qual è il suo pensiero, anche lei è deluso?
Se chiedete in giro a tutti i cittadini del trapanese che sono “prigionieri” a casa da settimane in attesa del tampone, della verifica per il Covid, la risposta non può che essere una profonda delusione, anche se non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, perché ho visto ragazzi a contratto, a tempo determinato, che si stanno ammazzando per cercare di dare una mano a da affrontare l’emergenza. Per quel che riguarda la strategia: non ha funzionato, io sono molto polemico con la scelta del governo che è una scelta ideologica per dimostrare i muscoli, ma il virus batte tutti e batte anche i muscoli. Lo dico perché nel momento in cui tu non dai alle Regioni e agli Enti locali di adottare provvedimenti come il lockdown, in sede locale, e ti rifai ad una filosofia nazionale su quelle che sono le misure per contenere la diffusione del contagio, non vai da nessuna parte. Sono deluso perché così come fai la prova di forza con l’obbligo vaccinale per gli over 50, devi avere anche il coraggio di andare un po’ oltre e occorre una terapia d’urto. Le cure palliative non porteranno da nessuna parte.
Tranchida è surreale avere le scuole chiuse, ma ristoranti, cinema, palestre, campi di calcetto aperti?
No, non è così. Per ristoranti, campetti e piscine è necessario il green pass rafforzato. Se non si fa scattare l’obbligo della vaccinazione, il resto è filosofia. Adotti il green pass rafforzato per quasi tutto, e proprio le scuole dove sappiamo l’estensione obbligatoria del vaccino non è stata fatta, le teniamo aperte. Attenzione, la scuola in sé non è il luogo dove il contagio si può estendere ma tutto ciò che avviene prima di arrivare a scuola e dopo. Lì c’è un problema, lo devi affrontare con determinazione, così come con determinazione devi dire a chi non vuole fare il vaccino si stia casa. Faccio una provocazione, gli estendiamo il reddito di cittadinanza, così non muore nessuno stando a casa, ma finiamola con la storia che in nome di una presunta libertà personale mettiamo in difficoltà la libertà di tutti gli altri.
Quali sarebbero secondo lei le iniziative da prendere ora per fronteggiare il covid?
Si dovrebbe fare un lockdown rafforzato adesso, che è il periodo più basso del nostro sistema socio-economico, perché altrimenti se non intervieni, arriveremo a marzo con la ripresa della stagione economica e saremo ancora messi male.
Com’è la situazione della raccolta rifiuti con il covid?
Il 10% della popolazione trapanese, duemila famiglie, sono in quarantena e producono rifiuti covid, contaminati. Questo servizio di smaltimento dovrebbe farlo l’Asp, il servizio sanitario regionale, perché sono rifiuti speciali che vanno nel termovalorizzatore più vicino che è ad Augusta, ma in questo momento lo fanno i comuni. La diffusione del contagio sta creando una serie di disfunzioni anche nei servizi, con le città che si rischia di averle più sporche di prima e con il rischio che nei condomini ci saranno i contenitori della spazzatura da covid. Qualunque situazione o qualunque posto che possa provocare un aumento del contagio deve essere affrontato, e lì io adotterei la zona rossa.
Sindaco Tranchida, ci aspettiamo una sua ordinanza mercoledì con la quale terrà chiuse le scuole?
Non credo sarò il solo sia in provincia di Trapani che nella Regione. Non è la scuola in sé, come detto prima, ma tutto quello che gira attorno: davanti, ingresso, uscita dalla scuola e i mezzi pubblici diventeranno occasione di contagio, peraltro si attende ancora il picco che dovrebbe arrivare tra metà di gennaio e la penultima settimana del mese e a questo punto devi adottare una misura forte.
Sindaco, chiariamo una cosa, a chi spetta la raccolta dei rifiuti pericolosi covid?
La raccolta spetta all’Asp. Dopo di che, l’Asp ha dichiarato mesi fa che non è nelle condizioni di fare la raccolta e ha detto ai Comuni, pensateci voi. Noi stiamo intervenendo come autorità sanitaria locale in via sostitutiva. Sono dunque dei servizi che si caricano sui Comuni, ma la competenza è dell’Asp. Chi racconta altre cose, racconti altre favole.
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