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17/01/2022 06:00:00

Musumeci al Senato, Razza alla Camera. Il piano B del governatore e del suo delfino

 Alla storia di Nello Musumeci che risponde solo ai siciliani e che non ha né padrone né padrini non crede più nessuno. Ha commesso un errore grandissimo, non solo ha minacciato l’azzeramento della giunta, che non è mai arrivato, ma è finito anche in mano ai partiti che adesso gli stanno voltando le spalle.


Errore da principiante, in politica, si sa, c’è il segreto di pulcinella: Musumeci chiede a Giorgia Meloni dei seggi sicuri, non solo per se ma anche per il suo gruppo magico e tra questi ovviamente c’è pure il delfino Ruggero Razza. Dall’assessore alla Salute in tanti hanno preso le distanze e ne hanno criticato non solo l’agire politico ma anche il modo supponente di fare.


Il governatore uscente, e come dicono i maligni mai più candidato, vuole terminare la sua carriera politica al senato, Razza alla camera, Alessandro Aricò sindaco di Palermo e il suo fedelissimo Marco Intravaia alle regionali. I conti senza l’oste, perché la Meloni ha già schierato su Palermo la candidata sindaca Carolina Varchi, che al momento è pure l’unica donna del parterre dei candidati. Musumeci ragiona come unico protagonista di un centrodestra che, però, non lo vuole più in Sicilia e quasi certamente nemmeno a Roma.


Fallito, intanto, il tentativo di fare delle liste comuni tra Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima, i meloniani non hanno intenzione di dividere la strada con chi per cinque anni si è fatto i fatti propri, e poi la percentuale del movimento di Musumeci non arriva nemmeno al 5%, niente ascensore. Lavora come un uomo solo al comando, come se non ci fossero altri esponenti politici dentro Fratelli d’Italia, a cominciare da Raffaele Stancanelli, Salvo Pogliese, Manlio Messina.


Il rumore fatto sui social dal presidente non è valso a nulla se non a far traballare ancora di più la sua credibilità, a svelare le carte di un tatticismo politico che era già noto alla sua maggioranza e anche agli avversari politici.


Razza continua il suo silenzio, l’avvocato prestato alla Sanità, devoto a Musumeci, uscito dalla porta ed entrato dalla finestra, dopo le sue dimissioni, ha chiaro il percorso che appare sbarrato all’interno della Lega.


E mentre si gioca al posizionamento futuro c’è la variante Omicron che è arrivata quasi all’80%, le terapie intensive quasi sature, i medici di base lamentano di essere al collasso, interventi e screening rinviati. Due anni in cui l’azione di Razza è valsa poco e quando c’è stata ha creato confusione o, peggio, non è stata risolutiva. Un assessore che ha saputo e sa comunicare i dati, prendere atto della situazione ma mai trovare una soluzione. E’ questa l’eredità che Musumeci vuole portare a Roma.