Picchetto d’onore per salutare Bernardo Petralia che ha lasciato il Dap, oggi, salutando tutti i suoi collaboratori nell’atrio della sede romana del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Petralia si è dimesso dall’incarico, lo scorso 6 febbraio, chiedendo di andare in pensione con un anno in anticipo, il primo marzo di quest'anno. “Salute e saluti a tutti. Le cose iniziano e finiscono”. Ha esordito dinnanzi a collaboratori e agenti della polizia penitenziaria. “Questa è una cosa che finisce ma solo formalmente perché poi le cose che si consolidano nel cuore non finiscono mai e quindi abbiamo, come dire, contratto un rapporto d’amore – ha aggiunto nel suo breve ed intenso discorso di commiato - Più che un rapporto d’amore. Io vi saluto, da questo momento sarete più soli. Anch’io sarò più solo, ma forse sarò più solo io però rientro nella vita vera che è quella che mia aspetta e lo dico con una ‘tristezza euforica’. È un ossimoro che sta a significare esattamente cos’è il mio sentimento in questo momento. Gratitudine, ma anche contentezza. Vi ringrazio veramente di cuore. E vi porterò sempre nel cuore”, ha concluso.
Petralia, trapanese, 2 anni fa, è stato nominato al vertice del Dap dall'allora ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a seguito delle dimissioni di Francesco Basentini, dopo le rivolte nelle carceri di marzo 2020 e le polemiche legate alle scarcerazioni dei boss e detenuti ad alta sicurezza, durante la prima ondata del Covid 19. Nello stesso periodo si dimise anche il direttore generale dei detenuti, il magistrato Giulio Romano, appena dopo 3 mesi dal suo insediamento.
“Ora – dice Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil Polizia peniteniaria –, auspichiamo che il Governo proceda a nominare immediatamente il successore conferendo un incarico di ampio respiro, magari guardando alle professionalità interne al DAP, affinché non vi siano vuoti o incertezze di gestione che possano destabilizzare ulteriormente il già agonizzante sistema carcerario”.