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18/03/2022 19:00:00

Scrive Eleonora Lo Curto sulla riforma delle terme in Sicilia

 Gentile direttore, leggo su Tp24 un articolo sulla legge di riforma del settore delle terme in Sicilia ed in particolare le dichiarazioni del presidente nazionale di Federterme Massimo Caputi. Nel merito, desidero fornire alcuni chiarimenti nella qualità di proponente del ddl sul cui testo la commissione Ambiente dell’Ars lavora da circa un anno con audizioni di quanti, dal mondo accademico, a quello tecnico, agli stakeholder e agli operatori del settore - compresa Federterme - si sono espressi in tempo utile. Le affermazioni del presidente Caputi non trovano alcuna fondata giustificazione. È risultato abbastanza evidente in tutte le circostanze in cui è stato audito, sia direttamente che attraverso suoi rappresentanti regionali, come la difesa degli interessi di pochi prevalga sull’interesse collettivo e generale della Sicilia e dei siciliani. La riforma tende a valorizzare la preziosa risorsa idrotermale per farne unitamente all’identità dei luoghi, alla cultura, all’archeologia al paesaggio, alla buona tavola fattore di sviluppo economico e brand territoriale di altissimo livello. Relegare il termalismo al solo aspetto terapeutico è non solo limitante ma anche poco opportuno alla luce degli eclatanti fallimenti che il settore ha registrato proprio a Sciacca e ad Acireale. Con orgoglio e determinazione difendo la validità di queste norme che liberalizzando il settore e, dunque, anche le concessioni - cosa assai temuta da Caputi - innescano un processo virtuoso di grande sviluppo economico aprendo al mercato e agli investitori, sia a livello nazionale che internazionale. È come dire, caro direttore, che in Sicilia abbiamo ‘l’oro bianco’, una preziosa risorsa che tuttavia con lo status quo non è in grado di generare ricchezza. In Europa il termalismo genera un Pil a due cifre, in Italia ad una cifra, in Sicilia è pari a zero. A fronte di tutto ciò abbiamo approntato una riforma che relegava il comparto ad una vecchia legge mineraria dei primi anni cinquanta. In oltre sessant’anni il mondo anche in questo settore è cambiato radicalmente ovunque tranne che in Sicilia. L’approvazione del ddl darà impulso ad una politica di investimenti essenziale per l’economia dei territori e per rilanciare l’offerta turistica a 360 gradi. Diversamente da quanto afferma Caputi, per un parlamentare osservare le leggi e legiferare nell’alveo della normativa europea e nazionale è un dovere ineludibile. Bisogna ricordare anche a Caputi che l’Italia paga per procedure di infrazione comunitaria cifre insostenibili, tanto che in maniera tranciante, nel merito, la Corte costituzionale ha invitato anche il governo Draghi ad allinearsi alla Direttiva Bolkestein. É proprio su questo punto, altamente qualificante per la Sicilia, che Caputi attacca la riforma. Piaccia o non piaccia questo a pochi difensori di interessi particolari, il mio dovere da deputato è di fare gli interessi dei siciliani, di creare sviluppo, sana economia e occupazione, nel rispetto dei territori e degli enti locali. Lo sanno, ad esempio, molto bene i sindaci del Gal Elimos che attendono questa legge anche per definire i loro Piani urbanistici generali (Pug), consentire i dovuti investimenti e per attrarre i fondi del Pnrr che costituiscono una straordinaria ed imperdibile opportunità. Sarebbe criminale bloccare questa legge, come vuole il presidente di Federterme. Su questo tema sono pronta a fare la battaglia in Parlamento convinta di trovare il pieno sostegno di tutte le forze politiche che hanno a cuore gli interessi superiori di tutti i siciliani, i quali hanno fame di lavoro e non devono essere iscritti a nessun partito per reclamare i loro diritti.

Eleonora Lo Curto - Deputato Ars UDC