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06/05/2022 07:22:00

La mafia e l'ambulanza: in quattro rinviati a giudizio. Ecco perché 

 Non si sa bene perché, gli presero le chiavi dell’ambulanza e nella colluttazione gli provocarono anche una distorsione al ginocchio. Accadde a Vita il 5 marzo 2019.

Adesso, per questa vicenda, per lesioni personali e rapina, con l’aggravante di avere favorito Cosa Nostra, il gup di Palermo Nicola Aiello, su richiesta della Dda, ha rinviato a giudizio davanti il Tribunale di Marsala (prima udienza: il 15 giugno) quattro persone, due di Salemi e due di Vita.

Ad essere processati saranno Vito Musso, di 34 anni, Giuseppe Pipitone, di 47, entrambi di Salemi, Giovanni Pipitone, di 53, e Vito Leone, di 47, di Vita.

Secondo l’accusa, i quattro, in concorso, “mediante violenza alla persona e minaccia, s’impossessavano delle chiavi dell’autoambulanza condotta da E.P., sottraendole a quest’ultimo che le deteneva in quanto incaricato del servizio di soccorso sanitario in occasione di una manifestazione. Fatto aggravato perché commesso contro una persona incaricata di pubblico servizio, avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p. (associazione mafiosa, ndr) e al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso Cosa Nostra”.

Nella colluttazione, E.P., 45 anni, poi costituitosi parte civile, riportò un “trauma distorsivo al ginocchio destro”, con prognosi di guarigione di 20 giorni.

A difendere gli imputati sono gli avvocati Piero Di Vita, Francesco Salvo e Carlo Ferracane. Legale di parte civile è il palermitano Claudio Trovato. In passato, E.P., è stato presidente di un’associazione che tre anni fa ha anche subito un tentativo di furto. Poi, anche l’aggressione con la sottrazione delle chiavi dell’ambulanza. Le indagini della Procura di Marsala (poi, per competenza, il fascicolo passò alla Dda) hanno fatto intuire che si trattava di un atto intimidatorio eseguito da mafiosi locali.