Donne che odiano le donne. Il caso Elisabetta Franchi
Donne che odiano le donne, sessiste più di un uomo, discriminatrici più di altri. Il racconto dell’intervista fatta ad Elisabetta Franchi, durante un evento organizzato da il Foglio, il 4 maggio: "Donne e moda: il barometro 2022”, è drammaticamente una brutta figura.
Quelle parole risuonano come uno schiaffo morale dopo decenni di lotte e battaglie, per affermare la libera scelta delle donne di essere madri e di fare carriera oppure di stare a casa, ma sempre libere di scegliere.
Preferisce assumere uomini e quando assume donne lo fa con le over quaranta: hanno già fatto figli, si sono sposate o divorziate:“Hanno fatto tutti i loro giri di boa”.
Spocchiosa e fuori contesto, con una non capacità ad essere emotivamente presente con le donne ed empatica verso il suo stesso genere. La sorellanza non la improvvisi, e come la Franchi tante altre donne.
L’imprenditrice italiana durante la sua intervista parla di se solo al maschile, rigida nei toni, pronta ad etichettare una donna che fa un figlio, perché poi l’azienda la deve sostituire, deve fare la formazione ad un’altra donna, e allora meglio assumere un uomo, almeno non ha le ovaie e, quindi, l’unico rischio che corre è quello di inseminare.
Lo scempio è stato servito, il linguaggio surreale arriva quando dice che le donne che ha assunto lavorano con lei h24, come se fosse una cosa normale non staccare mai dal lavoro.
Nessuno le fa notare che da imprenditrice importante, quale si definisce, non ha mai parlato di mission aziendale, di asili nido realizzati per accogliere le proprie dipendenti, che non vogliono rinunciare né alla maternità e nemmeno al lavoro, non fa una sola banale proposta di welfare, di parità salariale, di leadership femminile.
Il corpo di una donna come merce di scambio: ti assumo solo se non farai figli, se sei già in menopausa meglio. Che poi le donne oggi fanno figli fino ai 50 e la Franchi lo dovrebbe sapere visto che ha “programmato” i suoi due cesarei non più giovane ma superati gli “anta”.
La perla arriva con la cornice al quadro già completo: “Noi donne abbiamo un dovere che è nel nostro dna, i figli li facciamo noi, il camino lo accendiamo noi. Questi uomini sono dei bambinoni, dei mammoni, non vogliono crescere mai”. Fate largo a questa genialità: le donne reggono la casa, portano la colazione al letto al marito, tolgono pannolini ai bambini e preparano pappe, per la carriera se hai deciso di avere una famiglia non c’è tempo.
Ma l’illuminata imprenditrice, che scorrazza il mondo, ha compreso che il suo pensiero ha prodotto un danno enorme? Evidentemente no, anzi ha pure corretto il tiro sostenendo di essere stata travisata, come se noi le credessimo.
Cosa stupisce? Il silenzio del pubblico in sala, di chi l’ha intervistata, un’altra donna, che avrebbe dovuto replicare, di tutte le donne che muovono i numeri con i follower ma sono state in religioso silenzio.
Una azienda come la sua, con un fatturato stellare, ha un obbligo morale nei confronti del sistema Italia: mettere in circolo buone pratiche, assumere donne giovani, formarle, creare condizioni di sviluppo e di crescita. Il gruppo Benetton, ad esempio, ha realizzato il centro per l’infanzia nel 2007, le aziende che fanno la differenza ci sono, con buona pace per la Franchi e per il suo sessismo spicciolo e da snob senza patente.
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