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12/05/2022 15:20:00

Scrive Filippo, sulle manifestazioni garibaldine e il decadimento civile e culturale di Marsala

Caro direttore di Tp24,
ho appreso dal suo giornale che il 12 maggio, in occasione delle celebrazioni marsalesi presso il complesso Monumentale di San Pietro e del Museo Garibaldino, sarà presentato il libro Essere Mille - Guida allo sbarco in Sicilia per aspiranti Garibaldini - di Stefano Cascavilla. E’ la storia di un’avventura e una guida importante per la riscoperta dello straordinario cammino che percorre i Mille, da Marsala a Palermo, fra l’11 e il 30 maggio 1860.
Avrei voluto essere presente durante i festeggiamenti e partecipare alla presentazione del libro con tutto l’affetto e il sentimento che mi lega alla nostra città.

Devo tuttavia confessare che avrei assistito con grande amarezza per la ragione che spiegherò qui di seguito. Qualche giorno fa ho ricevuto una e-mail dal mio amico Elio Piazza alla quale aveva allegato una lettera, intitolata Lettera aperta alla mia cara Marsala. Mi limito a trascriverne le parti salienti anche se varrebbe la pena di pubblicarla integralmente. “….Ho portato il tuo nome presso prestigiosi atenei e istituzioni culturali italiani e stranieri e mi sono procurato relatori e collaboratori di altro profilo. Sono il tuo Centro Studi Garibaldini. Non posso più tacere su quanto avresti dovuto e non hai fatto! Ricordi il capolavoro pittorico di Renato Guttuso, esposto per un periodo non breve al nostro Museo in comodato d’uso? Perché non l’hai comprato? Oggi esso campeggia ammirato da milioni di visitatori agli Uffizi di Firenze. Ma Firenze nulla ha a che vedere con la spedizione dei Mille e con il Ponte dell’Ammiraglio! Forse il Covid19 ti ha fatto perdere la memoria. Non ti ricordi più dei volontari che finalmente ti liberarono dal regime poliziesco del Borboni? Non ricordi più quando, in oltre trecento superstiti della Spedizione, vennero a renderti omaggio e gratitudine per averli accolti cinquant’anni prima e conferisti loro la cittadinanza onoraria? Non ricordi più l’appassionato e prezioso lavoro, condotto per oltre trent’anni dal maestro Giuseppe Caimi nel raccogliere non solo le biografie dei Mille che la famiglia ti ha donato ma anche tutte le iscrizioni della città, una miniera inestimabile a cui attingere quando esse diventano illeggibili per l’erosione?...Ti dico infine che hai perso il senso del decoro se vedo come hai finito col degradare il Monumento dei Mille, assediato da furgoni e bancarelle di frutta e verdure”. Il tuo fedele Centro Studi Garibaldini.

Il messaggio accorato contenuto nella lettera di Elio Piazza non si presta ad alcuna strumentalizzazione. La denuncia è precisa e diretta. I destinatari, autori del decadimento civile e culturale, dell’abbandono e della sciatteria sono facilmente individuabili.
Il suo non è uno sfogo fine a se stesso. Qualche tempo fa ha segnalato con vigore le inadempienze dell’attuale amministrazione. Ora con la sua lettera aperta lo ha ribadito con maggiore forza e pathos. Ho capito che volesse dire che il degrado è inarrestabile. Chi ci amministra non merita alcun rispetto e che le scelte scellerate, incivili e deleterie che vengono prese, spesso, sono finalizzate a oscuri disegni di vantaggio personale e clientelare a scapito della città che non merita, in nome anche del suo glorioso passato, questo inaccettabile trattamento.

Filippo Piccione