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18/05/2022 06:00:00

 Borrometi imputato per diffamazione, tra obblighi, verità ed un po' di confusione... 

Dev’essere dura la vita da persona offesa costituita parte civile in molteplici processi e, proprio per questo, sarà ancora più arduo affrontare gli sporadici episodi da imputato per Paolo Borrometi, chiamato a rispondere di diffamazione a mezzo stampa da Franco Mormina al Tribunale di Ragusa.

Il capomafia di Scicli inaugura le sale scommesse in città”, titolava Borrometi sul giornale on line da lui diretto l’1 dicembre 2018 riportando la foto di Mormina insieme a Manuel Colaceci, titolare dell’attività, mentre simulavano l’accensione della luce premendo simultaneamente l’interruttore. “Franco Mormina detto u Trinchiti, capomafia di Scicli, inaugura sale scommesse nella città di Montalbano, con tanto di selfie e post su Facebook con tanto di like”, scriveva. “Mormina, il boss e capomafia sciclitano (per le Relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia) - precisava - è tornato in libertà dopo una condanna a 11 anni riformata in appello a oltre 7 anni perché per la Corte dAppello era ‘incompatibile con le condizioni carcerarie’ per i suoi problemi di ipertensione”.

Come però lui stesso ha riferito in aula, le relazioni della DIA si riferiscono all’anno precedente. Quindi, nel 2018, sul sito della Direzione Investigativa Antimafia venivano pubblicate le relazioni semestrali del 2017. Nella relazione del primo semestre 2017 la DIA accennava che “Nel comune di Scicli, il gruppo Mormina, riconducibile al clan Mazzei di cosa nostra catanese, continua a mantenere i propri interessi nei settori degli stupefacenti ed estorsioni”, concetto poi ripreso nella relazione del secondo semestre 2017 alla nota n°360: “Significativa è l’influenza, nel comune di Scicli (RG), ad esempio, della famiglia Mazzei, appartenente a cosa nostra catanese, facente capo al locale gruppo Mormina”. Nessun riferimento esplicito da parte della DIA veniva espresso nei confronti di Franco e del figlio tirato in ballo nello stesso articolo da Borrometi: “A partecipare allinaugurazione anche il figlio, condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi di carcere, in Appello è andato a un anno e due mesi”

Franco Mormina, indicato quale boss di Scicli, non ha mai ricevuto alcuna condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso. Idem il figlio.

Chiamato a identificarne l’eventuale presenza in aula, Borrometi mostra incertezza sull’accompagnatore del signor Franco Mormina che liquida ironicamente con un diritto da imputato: «Non sono obbligato a dire la verità».

Il 2 dicembre Borrometi ritorna sul caso rilanciando il comunicato stampa dai «toni molto accesi - puntualizza in aula Borrometi - del sen. Mario Michele Giarrusso, componente della Commissione bicamerale Nazionale Antimafia», da lui raggiunto telefonicamente una volta ricevuta la sua nota che annunciava due interrogazioni parlamentari rivolte ai ministri dell’Interno e della Giustizia. Di interrogazioni, tuttavia, ne presentava solamente una a entrambe i ministri.

Il 4 dicembre 2018, un nuovo titolo sembrava porre fine al caso sollevato sulla testata e sostenuto dall’intervento parlamentare del senatore: “Chiuso il centro scommesse inaugurato dal boss di Scicli Franco Mormina”. «Abbiamo ricevuto un comunicato stampa dai Carabinieri della Compagnia di Modica che davano atto della chiusura di due centri scommesse, tra cui quello inaugurato alla presenza di Mormina, a seguito del tavolo in Prefettura», fa sapere Borrometi in sede d’esame. Perché veniva disposto il sequestro della sala scommesse di Manuel Colaceci? Aveva preso visione del verbale di sequestro? «Le mie fonti mi hanno riferito di questo verbale di sequestro», dice in aula. Sequestro che, tra l’altro, veniva disposto dalla Tenenza di Scicli (e non dai Carabinieri della Compagnia di Modica) per un controllo della Polizia Giudiziaria circa presunti illeciti amministrativi e non per la presenza di Mormina all’inaugurazione. Il centro poi è stato dissequestrato. «Ho saputo del dissequestro per difetto di notifica», risponde al quesito posto dall’avvocato Michele Savarese, legale di Franco Mormina. «Non ne ho dato notizia per una scelta giornalistica»...

In una sorta di spirale, l’articolo giornalistico da cui scaturisce l’imputazione a carico di Paolo Borrometi (scritto e pubblicato su LaSpia nel dicembre 2018)  anticiperà la relazione della DIA del primo semestre 2018, pubblicata e resa nota l’anno seguente, ovvero nel 2019, che in una nota riporterà: “In data 2 dicembre 2018 a Scicli (RG), i Carabinieri deferivano in stato di libertà 2 esponenti di primo piano del gruppo Mormina, poiché responsabili della violazione degli obblighi inerenti la Sorveglianza Speciale di P.S.. I predetti, contravvenendo alle disposizioni ed agli obblighi impartiti in seno alla misura di prevenzione a suo tempo irrogata ed ancora in essere, il precedente 8 novembre 2018 avevano partecipato allinaugurazione di un centro scommesse ubicato in Scicli; la predetta sala scommesse era gestita da un soggetto il quale, in data 3 dicembre 2018, è stato denunciato dai Carabinieri per esercizio abusivo di attività di giuoco e scommesse in assenza delle prescritte autorizzazioni di P.S. e per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità, senza annotare che l' attività veniva dissequestrata il 27 dicembre 2018. 

Il GOT, la dott.ssa Laura Ghidotti, ha rinviato l’udienza per sentire il sen. Mario Michele Giarrusso e il Prefetto di Ragusa, la dott.ssa Filippina Cocuzza il prossimo 18 luglio.