Non è concepibile che Marsala, la prima città della provincia di Trapani, che dà il nome al collegio uninominale per l'elezione di un deputato alla Camera, non venga rappresentata da un solo candidato marsalese.
Alcuni, tramite i social, sostengono che la riduzione del numero dei parlamentari ne è stato il vero problema ed il conseguente difficoltoso “posizionamento" dei vari candidati illustri nei vari partiti ha sortito l'assenza dei “locali” favorendo gli “stranieri".
Altri, attribuiscono il problema alla mancanza di classe dirigente, che la nostra città non è riuscita a produrre, vuoi perché ormai diventi un politico se “hai il patronato”, vuoi perché, escludendo alcuni rari casi, non esiste più quel concetto di militanza che formava il cittadino verso la politica, gente la cui passione per la res publica acuiva la fiducia in chi veniva amministrato.
Invece adesso, in virtù di una legge elettorale che deruba i territori, ci troviamo, nel nome di quel centrodestra indicato come vincitore, la moglie o presunta tale di Silvio Berlusconi, una signora, deputato uscente, con una imbarazzante sfilza di assenze dalla Camera e che molto probabilmente non conosce il Cassaro, Porta Nuova o Sappusi, quindi chi rappresenterà?
Al diavolo anche chi accetta uno scranno sicuro e ci abbandona nel nulla della politica. Da adesso solo impegno per la mia Città votando solo marsalesi che possono fare la differenza. Al diavolo tutto il resto.
Oreste Pino Ottoveggio