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31/12/2022 06:00:00

No, il 2022 non è stato l'anno delle donne 

 Il 2022 non è stato l’anno delle donne, la parità di cui molti parlano è solo un obiettivo ancora da raggiungere. Le donne vengono spesso utilizzate come strumento di una vivace e arguta intelligenza, segnano il loro passo con strategia e grandi capacità gestionali, ma non vengono valorizzate attraverso quello strumento semplice che è la meritocrazia.

Non è stato un anno per donne, che hanno saputo però ancora meglio sottolineare ed indicare la strada che vogliono percorrere e che percorreranno, con o senza l’uomo, ma con quelle capacità che sono state acquisite, con molte altre da acquisire ma con un campo largo in cui detteranno la linea.

L’Italia raggiunge un traguardo storico ed importante, c’è una donna per la prima volta a capo del Consiglio dei Ministri, è Giorgia Meloni, che al di là del giudizio e delle contrapposizioni politiche, è la politica italiana che ha saputo creare un partito, scommetterci sopra, avere percentuali risicate e lavorare sodo fino a raggiungere una leadership che oggi, in tutto il centro destra, è incontrastata. In politica le donne devono ancora conquistare molto, a parole c’è una parità che poi fa cilecca con la realtà.

Una stortura che è trasversale in tutti i partiti.

La più grande disparità è quella economica, le donne vengono pagate meno dell’uomo, a parità di stesso impegno sul lavoro o addirittura maggiore, un ostacolo allo sviluppo e alla crescita economica.

Bisognerebbe sanzionare tutte le aziende che hanno questo modus operandi.

E allora il 2023 deve essere l’anno delle donne, le politiche attive a favore delle donne farebbero registrare, nel 2050, un incremento di circa 11 milioni di posti di lavoro in Europa e un aumento del Pil, a livello Ue, compreso fra il 6 e il 9%, lo dice il rapporto “European Institute for Gender Equality”.
Quella che dovrebbe essere la normalità è lontana ma rappresenta un’arma potentissima per tutte le donne, per far sentire la loro presenza dentro e fuori le istituzioni.

C’è una battaglia che va condotta insieme ed è quella dei diritti, della partecipazione, della libertà.

Rossana Titone