Mafia e politica, "Scrigno" verso le battute finali. "Tutti un gruppo di amici ..."
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Si avvicina, a grandi passi, la sentenza, attesa per fine Marzo, per il processo "Scrigno", a Trapani. Si tratta del processo che vede imputati alcuni dei protagonisti dell'importante operazione antimafia che svelò gli intrecci tra mafia, politica ed impresa in provincia di Trapani. L'arresto più clamoroso fu quello di Paolo Ruggirello, ex deputato regionale, accusato di essere l'anello di congiunzione tra Cosa nostra ed istituzioni. Proprio nell'ultima udienza Ruggirello ha fatto alcune dichiarazioni spontanee ribadendo che invece lui si è speso per il territorio. Ha ammesso di conosciuto soggetti appartenenti all'associazione mafiosa, "ma non ho mai chiesto nulla" ha ribadito. Perché "a parte le relazioni politiche non c'è stato altro". Eppure, da Lillo Giambalvo, a Castelvetrano, fino a Carmelo Salerno (già condannato a 12 anni) sono tanti i fili che scottano per Ruggirello. Lui parla di "relazioni superficiali". Ruggirello ha anche precisato di "non aver mai comprato voti". Ed infine ha aggiunto. "Non sono un massone". E' difeso dagli avvocati Galluffo e Sanseverino.
L’inchiesta "Scrigno", è stata il risultato di una approfondita indagine del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale di Palermo e che nel marzo 2019 ha visto l’arresto di diversi personaggi appartenenti alla cosca mafiosa di Trapani, come i fratelli Francesco e Pietro Virga, l’ex consigliere comunale Franco Orlando.
Scrigno ha avuto già un epilogo, anche in secondo grado, per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, ben 17. In particolare i giudici d’Appello hanno condannato a 12 anni di reclusione Carmelo Salerno (assolto in primo grado), aumentato le pene per Michele Martines da 5 anni e 4 mesi a 13 anni e 4 mesi, per Francesco Orlando da 5 anni e 4 mesi a 12 anni e 8 mesi, per i fratelli Virga, Francesco e Pietro (rispettivamente da 8 anni a 16 anni e 8 mesi e da 8 anni a 19 anni e 4 mesi). Diminuite invece le condanne per Francesco Russo che passa dai 4 anni del primo grado ad un anno e sei mesi e per Jacob Stelica che sempre da 4 anni si riduce ad un anno. Per quest’ultimi due la pena è sospesa. Confermato infine il verdetto di primo grado per Vincenzo Ferrara (3 anni e 4 mesi), Francesco Peralta (8 anni e 4 mesi), Giuseppe Piccione (8 anni), Pietro Cusenza (8 anni e 4 mesi), Mario Letizia (8 anni e 4 mesi), Leonardo Russo (3 anni), Michele Alcamo (3 anni) e Antonino D’Aguanno (3 anni e 4 mesi), Francesco Todaro (assolto) e Tommasa Di Genova (assolta).
Per i due fratelli Virga e per Orlando la sentenza conferma il loro ruolo al vertice della cosca trapanese al vertice di un crocevia di interessi tra mafia, politica e imprenditoria.
Nel processo che si tiene invece con il rito ordinario gli imputati sono otto: l'ex deputato regionale Paolo Ruggirello, l'ex consigliere provinciale Vito Mannina, l'ex consigliere comunale di Erice Alessandro Manuguerra, i pregiudicati Nino Buzzitta e Vito D'Angelo, nonché Giuseppa Grignani, Vito Gucciardi e Marcello Pollara.
In udienza sono sfilati un sacco di testimoni, alcuni noti, come l'ex deputato regionale Baldo Gucciardi, oggi tornato a lavorare all'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani, e il Sindaco di Campobello di Mazara, Castiglione, che ha ricostruito il suo rapporto con Ruggirello. Quest'ultimo infatti era un suo sostenitore, e ha contribuito con il suo movimento, Articolo 4, alla sua elezione. Castiglione è stato chiamato come teste della difesa: "All'epoca Ruggirello era davvero un insospettabile, mai avuto dubbi su di lui. Era d'altro canto un deputato regionale, il leader di Articolo 4. Solo una volta l'ho incontrato, ed eravamo da soli. Se avessi visto persone di dubbia moralità non avrei certo accettato il suo sostegno politico". Su come la mafia abbia condizionato la vita politica a Campobello di Mazara, su Tp24 abbiamo scritto in una lunga inchiesta a puntate ed in più occasioni.
E' stato ascoltato anche il presidente del consiglio comunale di Marsala, Enzo Sturiano, vero e proprio pupillo di Ruggirello, conosciuto per motivi "calcistici": "Era il presidente della società di calcio dove giocavo da giovane". I due poi si legano politicamente dal 2008. Anche la testimonianza di Sturiano, come quella di tanti altri testi, è stata caratterizzata da "non so", "non ricordo", "non saprei". In particolare Sturiano ha detto dell'interessamento di Ruggirello per il centro per l'autismo di Marsala ("so che c'erano difficoltà con le autorizzazioni, ma per sentito dire....") e ha detto di non conocere Carmelo Salerno, che, per l'accusa, avrebbe aiutato Ruggirello e Sturiano a formare la loro lista per le amministrative ("mai visto in vita mia, solo dai giornali..."). E' stato sentito anche Calogero Martire, politico di Castelvetrano, ex consigliere e candidato Sindaco. Anche lui è stato molto vago, soprattutto circa i rapporti del movimento suo e di Ruggirello, Articolo 4, con Lillo Giambalvo. Di testimonianze come queste ce ne sono state diverse. Il caso più clamoroso è quello dell'ex consigliera comunale di Campobello di Mazara, Maria Tripoli, che nega anche ciò che è evidente dalle intercettazioni. Insomma, una serie di testimonianze inutili, reticenti, tanto che il presidente sbotta: "Qui sembra tutto un gruppo di amici che si stanno incontrando ...".
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