È quella che Matteo Messina Denaro frequentava da bambino, la scuola elementare Ruggero Settimo, che oggi potrebbe essere intitolata al piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito, ucciso e sciolto nell’acido dalla mafia all’età di 12 anni, con il concorso dell’ex latitante.
La proposta è stata avanzata dal presidente della sezione di Marsala dell’Associazione Nazionale Magistrati, appoggiata dal procuratore della Repubblica, Fernando Asaro.
La preside Maria Luisa Simanella, ha confermato l’avvio delle procedure: il 15 marzo prossimo dovrebbe riunirsi il collegio dei docenti per un parere non vincolante e in seguito ci sarà un Consiglio d’istituto allargato ai genitori.
Proprio alcuni genitori però sarebbero contrari all’iniziativa: meglio mantenere il nome storico, evitando di intitolare la scuola ad una vittima di mafia morta in modo così cruento. Una posizione che ha creato delle inevitabili polemiche.
Ma il sindaco Enzo Alfano non ha dubbi: “Ricordare il piccolo Di Matteo alla comunità è un monito e significa che si sta facendo sul serio l’antimafia – ha affermato - Quest’intitolazione sarebbe un segnale importante per ricordare chi sono veramente i mafiosi, e ristabilire la memoria”.
Questa scelta avrebbe un enorme valore simbolico, perché sarebbe un primo grande passo verso la riappropriazione dell’identità, a partire proprio dal quartiere del boss dove hanno abitato la maggior parte dei suoi parenti e alcuni suoi fiancheggiatori. Sarebbe come cacciare via i Messina Denaro da casa propria. Sì, perché non si tratterebbe dei soliti slogan generici: “contro tutte le mafie”, “a favore di tutte le vittime”, “contro ogni sopraffazione”. In questo caso, la figura del piccolo Giuseppe Di Matteo starebbe soprattutto a ricordare la colpa del boss in questo atroce delitto. Un po’ come dire: qui non c’è posto per i Messina Denaro e i suoi amici, in questo quartiere i bambini cresceranno con una consapevolezza che permetterà loro di decidere da che parte stare.
Un simbolo fortissimo, dunque, che sbriciolerebbe quelle frasi orribili, pronunciate dai fiancheggiatori intercettati nell’operazione “Annozero” di pochi anni fa: “Hanno fatto bene a sciogliere il bambino nell'acido” ... “Se la stirpe è quella… suo padre perché ha cantato?”.
E allora, ecco, non una statua ai Messina Denaro (padre e figlio) come avrebbero voluto loro, ma una scuola intestata proprio a quel bambino.
Castelvetrano inizierebbe a dimostrare sul serio di essere lontano mille miglia anche da chi come Antonello Nicosia, oggi in carcere, intercettato in auto con un esponente nazionale dei Radicali, nei pressi dello scalo “Falcone e Borsellino”, diceva: “All’aeroporto bisogna cambiare il nome. Ma perché dobbiamo spiegare chi sono, perché dobbiamo sempre mescolare la stessa merda?”.
Sì, intitolare la scuola elementare di questo quartiere al piccolo Giuseppe Di Matteo è davvero un’occasione. Un punto di partenza, che potrà diventare qualcosa solo se voluto veramente. Senza girarsi dall’altra parte.
Egidio Morici