Droga a Trapani, la banda di Via Catito. Le indagini e gli arresti
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E' il settembre del 2019. I carabinieri fermano Gaspare Grignano. Lo trovano in possesso di 24 dosi di cocaina e l'arrestano in flagranza di reato. “Lo stupefacente che mi avete sequestrato – rivela agli investigatori – lo stavo trasportando per conto di Salvatore Sansica detto U Checco. Purtroppo io sono succube di questa persona e soggiaccio alle sue richieste in cambio di pochi euro”.
Racconta anche che la cocaina la doveva portare a Marettimo. “Arrivato lì, - spiega - la dovevo lasciare al molo ad un orario stabilito”. Da queste dichiarazioni prendono il via le indagini che consentono ai carabinieri di Trapani di smantellare la cosiddetta “Banda di via Catito”. Una banda a conduzione familiare nel nome e nel segno dei Sansica che si avvalevano della complicità di tunisini nell'attività di spaccio al minuto. Attività andata avanti, senza soluzione di continuità, dall'ottobre del 2019 al marzo del 2021.
I militari dell'Arma scoprono che Salvatore Sansica, assieme ai figli Alberto e Alessio, al fratello Bruno e al genero Alessandro De Gregorio avrebbe trasformato la via Catito, nella zona del centro storico, nella roccaforte della cocaina, dell'hashish e della marijuana. Tra gli acquirenti, anche minorenni.
Della gang facevano parte anche Giuseppe Lombardo, ritenuto “soggetto vicino al Sansica”, Claudio Viviani – arrestato in flagranza di reato nel dicembre del 2019 – Samuel Costa e i tunisini Ben Alì Khaled, Ben Rejab Fekri e Mohamed Nahouchi. Ciascun componente aveva un compito preciso: Alberto Sansica curava i rapporti con i fornitori; Alessandro De Gregorio e Bruno Sansica provvedevano, invece, a far arrivare la droga nelle isole Egadi; il resto del sodalizio smerciava le dosi per la strada.
Punto di riferimento dei pusher, U Checco, inserito nel mondo dello spaccio dal 1995, come si legge nell'ordinanza. E il veterano della banda aveva le idee chiare: lui non trattava droghe leggere (“Ne venderei subito mezzo chilo”) per non essere attorniato da “bambini”. A fare uso di hashish e marijuana, infatti, sono soprattutto i più giovani. Salvatore Sansica – emerge da una intercettazione - , però, con loro non voleva averci a che fare. “Io non combatto a vendere questa cosa qua....io perdo tempo con i bambini? Tutti qua poi vengono”. Nel luglio del 2020, in un appartamento di via Serisso, nella disponibilità di Salvatore Sansica, i carabinieri sequestrano 90 grammi di cocaina. Nel frattempo, la banda subisce duri colpi. In particolare, con gli arresti di Bruno Sansica fermato, nel febbraio del 2020, all'imbarcadero per le Egadi e di Alessandro De Gregorio bloccato a Marettimo, nel marzo del 2021, con 18 dosi di cocaina confezionate a forma di caramella.
L'attività, però, va avanti lo stesso. Fino all'alba di martedì quando i carabinieri eseguono i provvedimenti adottati dal Gip di Palermo, su richiesta della Dda. Per Salvatore e Alberto Sansica scatta il divieto di dimora nella provincia di Trapani. Quest'ultimo, Alberto Sansica, nel marzo del 2020, aveva stretto un accordo con il fratello Alessio, allora detenuto, per introdurre in carcere una partita di droga. Alberto Sansica aveva individuato in una donna -madre di un detenuto che divideva la cella con Alessio Sansica – il corriere per fare arrivare la droga al fratello attraverso la “buca” , ossia l'ingresso di derrate alimentari e indumenti per i reclusi.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, infine, per Samuel Costa e per Mohamed Nahouchi.
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