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13/04/2023 09:17:00

La rete di Messina Denaro, chiesto l'arresto anche per Martina Gentile 

 Madre e figlia. La Procura antimafia di Palermo aveva chiesto l'arresto anche di Martina Gentile (1992), la figlia di Laura Bonafede, la maestra amica di Messina Denaro arrestata oggi. Ma il Gip ha detto di no. Per Martina Gentile erano stati chiesti i domiciliari.

Sia la Bonafede che la Gentile non hanno esitato a organizzare la loro vita per fornire assistenza a Messina Denaro, sssistenza prestata con orgoglio e ferma convinzione ("carissimo adorato" scriveva la Gentile
che si sentiva "protetta" dal latitante), segno non equivocabile di una, purtroppo, irredimibile adesione allo stile di vita mafioso.

Gli investigatori descrivono una "incondizionata e continuativa opera prestata dall'indagata Bonafede Laura a vantaggio del più importante esponente mafioso della consorteria mafiosa", la sua "totale disponibilità e dedizione".

Il Gip non ritiene invece che siano elementi per convididere la richiesta di arresti domiciliari nei confronti della figlia, Martina. 

Bonafede, dopo avere conosciuto Messina Denaro Matteo nel 1997, poi, ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi “familiare” (così definito dagli stessi), coinvolgente anche la figlia Martina, durato dal 2007 sino al dicembre 2017 quando venne necessariamente interrotto a seguito di un importante operazione di polizia, per poi riprendere, appena "calmatesi le acque" negli ultimi anni sino all'arresto del latitante. 

Scrivono gli inquirenti: "Dalle indagini è emerso, altresì, che Laura Bonafede ha programmato con l'allora latitante una rigida e sicura organizzazione di fugaci incontri de visu (perlomeno negli ultimi due mesi, da novembre 2022 a gennaio 2023) e di paralleli "scambi di posta", sempre in giorni e orari prefissati dal latitante. È stato ricostruito con certezza, infine, il supporto anche logistico e morale fornito a più riprese e sotto le più svariate forme dalla Bonafede e dalla figlia Martina nonché, più in generale, la totale adesione di costoro allo stato di clandestinità di Messina Denaro e alla sua volontà di sottrarsi alle condanne ed ai processi, adesione percepibile in modo emblematico dall'utilizzo, da parte della Bonafede, della parola "nemici" per indicare le forze dell'ordine, e dalle informazioni che la Gentile forniva sulle persone che erano entrate in contatto per strada con il Messina Denaro".