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25/07/2023 06:00:00

Marsala. L'estate infuocata di Grillo. Perchè si è dimesso Milazzo

Bisognerebbe ci fosse più caldo ancora per dare la colpa di questi giorni di amministrazione morente alla calura.
Gli eventi degli ultimi giorni, il calendario estivo che riempie di sorrisi la Fratelli d’Italia marsalese non bastano a coprire il risultato disastroso della penultima estate del sindaco Massimo Grillo.
Sì, perché è già iniziato il conto alla rovescia, si va verso le elezioni del 2025, e questa è la sua penultima estate, quella che non eccelle in nulla se non in mediocrità dirompente innalzata ad eccellenza.
E ci vuole mica tanto a farlo, perché quando tutto attorno è mediocre anche la fontanella sempre un miraggio in un deserto.
L’assessore Michele Milazzo si è già dimesso da una settimana, la causa principale, mentre altri vorrebbero fare passare la questione per problemi personali, è unicamente legata ad una nota che il sindaco Grillo ha inviato al suo assessore, con tanto di protocollo.
Gli assessori sono di nomina fiduciaria, hanno la loro stanza di lavoro nello stesso piano della stanza del sindaco, lungo quel corridoio il sindaco è obbligato a passare per raggiungere la sua di stanza. Non ha avuto modo, tempo di chiudersi in una stanza e di parlare con il suo assessore, indicandogli quello che non andava.


No, meglio un richiamo scritto, meglio una nota. E loro si guardano attoniti, arrivano in consiglio comunale e farfugliano che la nota doveva rimanere interna, che non doveva uscire fuori.
E’ lo schianto di chi si arrampica senza alcun risultato, in quella nota c’è un numero di protocollo, è finita tra gli uffici, cioè era normale che venisse fuori. Ma come sempre accade, il sindaco e la sua vice, puntano alla distrazione di massa, perché il problema non è la nota che non doveva venire fuori, è che la nota non doveva proprio esistere.


Ci sono le riunioni di giunta, ci cono i vertici, ci sono gli appuntamenti, a cui il sindaco è molto affezionato visto che fa più segreteria politica che altro. Invece no, decide di parlare con uno dei suoi assessori con una nota protocollata, che rimane agli atti, con cui vorrebbe capovolgere l’asse, dando la colpa della inefficienza ad un assessore che aveva già evidenziato abbondantemente in consiglio comunale, quindi con sedute pubbliche, tutte le criticità che insistono.
E proprio l’ultimo consiglio comunale ha visto i consiglieri chiedere una discussione politica sul caso, che non si è tenuta perché il sindaco non ha presenziato. Gli affondi poi del consigliere Gabriele Di Pietra sono stati pericolosi, intanto perché ha aperto una maglia, quella del sospetto e dell’accusa celata, su cui bisognerà per forza fare luce, altrimenti l’intervento sarà stato uno dei peggiori populismi consumati in quell’Aula.
Ma in questa rovente estate i colpi di caldo hanno prodotto rumori, il sindaco pare abbia pure incontrato il consigliere Di Pietra per offrigli un assessorato, che pare sia stato rifiutato.
Del resto solo un incosciente entrerebbe in giunta adesso, quando i giochi sono fatti e non c’è possibilità alcuna di far virare la nave, bruciarsi è la cosa immediata che accadrebbe, e poi perché tutti sanno che Di Pietra, insieme al suo compagno civico, Leo Orlando, stanno lavorando all’alternativa. E vuoi mettere essere assessore di primo pelo in una giunta nuova?


Amministrare non è cosa facile, chi lo fa diventa impopolare subito, ci si scontra continuamente con i conti e con la burocrazia, con tutto quello che non si può fare e con il tempo che diventa una mannaia. Fare opposizione è molto più facile, specie se si parla di turismo, visto che ne sono diventati tutti esperti. L’opposizione però dovrebbe tenere la barra dritta: o lo si è sempre senza allisciare il pelo agli assessori oppure è solo scimmiottamento.


Ma in consiglio comunale non c’è una opposizione degna di questo nome
, dall’altra parte il consigliere Nicola Fici non ha né la stoffa né il carisma per essere leader dell’opposizione e veramente non ha nemmeno le qualità per essere il prossimo candidato sindaco. Servono decisionisti e non chi fa un passo di lato per farne altri 10 indietro, perché quando ci sarà il passo avanti sarà già troppo tardi.