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03/11/2023 06:00:00

Marsala. L'imbarazzante caso del murale di Marisa Leo tolto dal sindaco

“Un equivoco”. Liquida così il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, la pessima figura fatta sul caso del murale di Marisa Leo rimosso dalla parete di Porta Garibaldi.
Una vicenda imbarazzante, non solo per il sindaco, ma per tutta la città, finita, ancora una volta sulla stampa nazionale.

Breve riassunto. Marsala a settembre viene sconvolta dal femminicidio di Marisa Leo, 39 anni mamma di una bambina, uccisa dall’ex compagno che poi si è tolta la vita. Nei giorni successivi Fabio Ingrassia, artista marsalese, pone sulla facciata interna di Porta Garibaldi un dipinto (che tecnicamente è incollato) di Marisa Leo. E’ molto toccante. Domenica scorsa il dipinto scompare, qualcuno l’ha tolto. Lo stesso artista scrive un post facendo notare cosa accaduto. Il sindaco poco dopo scrive un post dicendo che non è stato il Comune, e non è responsabilità dell’amministrazione. Alcuni giorni dopo ecco che Grillo torna sui suoi passi, ed è un’ennesima, imbarazzante marcia indietro: è stato il Comune, è stato il sindaco a dire di togliere il murale. “Un equivoco”, come lo chiama Grillo, che nel corso di una riunione ha detto che bisognava toglierlo, solo che un dipendente comunale è stato fin troppo zelante, e ha eseguito gli ordini.

 



 Ci sono molti aspetti significativi in questa vicenda. Intanto che il sindaco ci abbia messo tutti questi giorni per capire cosa sia successo, e nel primo post dava spazio a interpretazioni diverse, che ci fossero dei vandali in giro ad oltraggiare la memoria della povera Marisa Leo.
Il comune di Marsala non è New York, con due telefonate riesci a capire cosa è successo.

E’ strano anche il fatto che il sindaco (nonostante sapesse)è stato così precipitoso nel dichiarare che l’amministrazione non c’entrava niente.
Tutto ciò ha fatto pensare che sia stato qualcun altro. Ma chi? Non esiste un vandalo educato, che pulisce i muri, sotto le telecamere.

Allora chi poteva essere stato? Tutto ciò fa capire che il sindaco, in sostanza, all’interno del comune non viene rispettato, perchè solitamente nessuno esegue le disposizioni subito. Insomma, al Comune sembra esserci un po’ di anarchia.
Andava fatto , tutto alla luce del sole. Invece è stato rimosso un murale facendo in qualche modo capire che dietro c’era un atto vandalico. C’è qualcosa che non funziona, insomma, nella macchina amministrativa se il sindaco non sa cosa combinano i dipendenti. E questo è molto grave.


Questa vicenda ha delineato anche il fatto che ci sia poca trasparenza, con la città, nel rispetto di Marisa Leo, e nei confronti anche dell’artista che certamente non voleva essere in mezzo a questo pasticcio del sindaco ma, con la sua arte, voleva veicolare un messaggio di non violenza.
Proprio Fabio Ingrassia ha spiegato alla nostra redazione il rammarico per come si è sviluppata la vicenda e per la violenza verbale che ne è scaturita. “Io volevo dire qualcosa alla città, lo scopo della mia installazione era quello di potere sensibilizzare la città. La questione politica non mi riguarda”. Ingrassia spiega anche che il murale era stato realizzato in maniera tale che poteva essere tolto. “Sapevo che lì non poteva stare, e ma il modo in cui è stato tolto non è stato bello. Adesso dobbiamo pensare a cosa di buono si può ricavare da questa storia”.