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22/02/2024 06:00:00

Trapani e la Zes: "Vincoliamo le saline alla bellezza e non alla cementificazione"

C’era una strada che passava attraverso le saline.

Le divideva in due ed era quella che veniva percorsa durante la raccolta del sale. C’era una distesa che rappresentava il simbolo di Trapani, con tante vasche dalle quali estrarre l’oro bianco.

C’era tutto questo attorno a via Virgilio. Oggi è rimasto poco, anzi, quasi nulla e fra poco anche niente.

Prima l’Rsa, poi il sottopasso e, in contemporanea, il piano di lottizzazione con due locali commerciali e un cinema e la superstrada della Zes.

C’era un paradiso, ma c’è anche chi non si arrende alla sua scomparsa e spera ancora di poter salvare quel poco che c’è ancora.

Come gli “Amici della Terra”, un’associazione ambientalista che ormai da un anno si rivolge a ministri e soprintendenza per chiedere l’inserimento di alcuni vincoli che possano fermare la cementificazione nella parte finale di via Virgilio, quando poi si trasforma in via Libica.

L’idea di Carlo Foderà, presidente di “Amici della Terra” è quella di apporre il vincolo dell’archeologia industriale a ciò che rimane delle ormai ex saline Modica e Collegio , in modo da preservare ciò che resta dell’impronta storica della raccolta del sale, puntando, in un secondo momento, al suo recupero.

Con il vincolo archeologico andremmo a tutelare il luogo come bene di interesse storico spiega Carlo Foderà -. Poi, è chiaro che le saline nel loro complesso sono state violate perché nel frattempo sono diventate anche altro, ma oggi ospitano l’avifauna e gli uccelli per la sosta o per cibarsi”.

Gli “Amici della Terra”, quindi, puntano molto sulle parti residuali dell’industria di un tempo costruita nelle vasche delle saline che c’erano in via Virgilio.

All’interno del Piano Urbanistico Generale è prevista anche la parte relativa allo studio archeologico e per Foderà è importante comprendere quali settori delle saline oggi siano ancora integre, perché ritiene che alcuni tratti siano ben conservati, anche se al di sotto della parte interrata.

Ma non solo, perché gli “Amici della Terra” puntano anche su altri due aspetti, quello paesaggistico e quello urbanistico.

La città ha dei problemi di consumo di suolo e dovremmo contenerlo – prosegue Foderà -, perché impermeabilizzare e consumare il suolo significa renderlo ancor più vulnerabile per quanto riguarda gli allagamenti, cosa che accade periodicamente. Nel corso degli anni la città è stata oggetto di una serie di scelte sbagliate e queste oggi andrebbero corrette. Prima di sovraccaricarsi di altre scelte che rischiano anch'esse di essere sbagliate, andrebbe fatta una seria riflessione su dove sono stati commessi gli errori in questi anni e come si intende correggerli”.

L’apposizione del vincolo permetterebbe, ricordano in conclusione gli “Amici della Terra”, di salvare questo angolo della Trapani di una volta.

Anche perché l’articolo 518 del Codice Penale recita che “chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili, ove previsto, o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 15.000”.

Anna Restivo



Native | 2024-04-25 09:00:00
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