Marsala. Scommesse online illegali. Chiesto il processo per 12 persone
Il caso era esploso a fine gennaio, quando il gip del Tribunale di Marsala firmò, su richiesta della Procura, una serie di misure cautelari. Adesso, sono arrivate le richieste di rinvio a giudizio: dodici.
L’inchiesta è della Guardia di finanza su un vasto giro di scommesse on line secondo l’accusa “illegali” (ne abbiamo parlato qui). Un giro di scommesse che nel periodo preso in esame (febbraio 2018/maggio 2021) sarebbe ammontato a 23 milioni di euro. Adesso, la Procura (pm Calogero Roberto Piscitello) ha chiesto il rinvio a giudizio per i coniugi marsalesi Giovanni Marchese, di 40 anni, e Marica Genco, di 38, gestori di un centro scommesse on line a Strasatti, frazione di Marsala, per Carlo Napoli, 67 anni, di Erice, uno dei personaggi principali sui quali ruota l’inchiesta delle Fiamme Gialle, Giuseppe Granata, 66 anni, nato a Polizzi Generosa (Pa), ma residente a Favignana e domiciliato a Trapani, e Luigi Cascio, 62 anni, trapanese, attualmente agli arresti domiciliari, Antonino Danilo Angileri, 54 anni, di Petrosino, Filippo Gallina, di 46, di Bisacquino (Pa), Salvatore Marino, di 48 anni, Michelangelo Tilotta, di 42, entrambi di Paceco, Maria Canino, di 64, di Erice, Gabriele Napoli, di 38, di Erice, ma residente a Favignana, e Sebastiano Silvio Sciacca, di 52, di Marsala.
A firmare la richiesta di rinvio a giudizio è stato il pm Calogero Roberto Piscitello. La prima udienza preliminare davanti al gup di Marsala è fissata per il prossimo 22 maggio. A difendere gli imputati sono gli avvocati Tommaso Picciotto, Vito Daniele Cimiotta, Giuseppe De Luca, Donatella Buscaino, Stefania Alcamo, Luigi Montagliani, Massimiliano Sammartano e Giuseppe Scarcella. A fine gennaio, erano stati posti agli arresti domiciliari Giovanni Marchese, Carlo Napoli, Giuseppe Granata e Luigi Cascio, mentre la misura cautelare dell’obbligo di dimora nei rispettivi Comuni di residenza venne, invece, disposta per Angileri e Gallina. Misura cautelare interdittiva temporanea del divieto di esercitare la loro professione di tecnici informatici/programmatori per i pacecoti Marino e Tilotta, e divieto di esercitare attività imprenditoriali per Marica Genco. Sono stati, inoltre, sequestrati beni immobili, mobili e le quote sociali per circa 2 milioni e 600 mila euro. L’inchiesta delle Fiamme Gialle ha fatto luce su un presunto sistema illecito per la raccolta di scommesse clandestine, con giocate da parte di oltre mille scommettitori, alcuni dei quali addirittura residenti in Tunisia. L’indagine è scattata a seguito di una denuncia. I finanzieri hanno, quindi, posto particolare attenzione su alcuni conti gioco regolarmente accesi da una coppia di coniugi (Marchese-Genco) che, ricostruiscono le Fiamme gialle, "risultavano presentare una elevata sproporzione tra il volume delle scommesse giocate rispetto alla loro capacità economica".
I due, è la tesi dell'accusa, sarebbero risultati "inseriti in due distinte associazioni a delinquere che operavano separatamente, ma con le medesime modalità: una consisteva nel porsi come intermediari tra scommettitori e i siti sui quali i privati avevano dei conti gioco, permettendo loro di rimanere anonimi; l'altro, invece, nella raccolta delle scommesse e il successivo utilizzo di siti esteri, sprovvisti delle autorizzazioni necessarie per poter operare in Italia. Una volta fatta la giocata in contanti, agli scommettitori veniva rilasciata una ricevuta cui seguiva, sempre in contanti, l'eventuale liquidazione della vincita. Le indagini, inoltre, grazie allo scambio di e-mail, al contenuto di chat e alle intercettazioni telefoniche, hanno permesso di individuare gli altri soggetti coinvolti e di definire il ruolo ricoperto da ciascuno nell'illecita attività. A casa della coppia marsalese, accusata di aver creato due organizzazioni criminali che gestivano scommesse sportive clandestine, la Finanza ha trovato 85mila euro in contanti.
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