Buone notizie per la diga Trinità di Castelvetrano: l’acqua non verrà più scaricata in mare (per adesso). La valvola di fondo dell’impianto è stata chiusa, bloccando così il deflusso. Il livello dell’invaso, attualmente a 59,70 metri, potrà ora aumentare con le prossime piogge, grazie anche alla chiusura delle paratie.
Nel frattempo, proseguono le attività di verifica e manutenzione. Sono stati effettuati cinque carotaggi sul muro di contenimento e sono iniziati i lavori di sistemazione della strada che conduce alla camera di manovra per lo scarico di fondo.
L’intervento è coordinato dall’ingegnere Salvatore Miliziano, incaricato dalla Protezione civile regionale, a cui il presidente della Regione, Renato Schifani, ha affidato la gestione dell’impianto con poteri commissariali.
Non si placano però le polemiche. «La notizia dello stop allo spreco d’acqua dalla Diga Trinità, dopo settimane di inutile deflusso in mare, arriva come un’ammissione tardiva e imbarazzante dell’incapacità gestionale della Regione Siciliana».
Lo ha affermato la deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, dopo aver appreso che da domenica sarebbe stata chiusa la valvola di fondo impedendo il deflusso dell’acqua dal bacino e, sembrerebbe, a seguito della super - perizia dell'ingegnere Miliziano voluta dal Presidente Schifani.
«Migliaia di metri cubi d’acqua, dunque, sarebbero stati dispersi in modo irresponsabile, mentre la Sicilia affronta una crisi idrica senza precedenti – rincara la dose Ciminnisi –. La Regione Siciliana inattiva nei controlli e nella gestione della diga Trinità, come delle altre dighe siciliane, avrebbe atteso la "super perizia" per rendersi conto, infine, che non ci sarebbe stato alcun bisogno di sprecare una risorsa così preziosa».
«Questo ritardo – conclude la deputata – non è solo inefficienza, è un tradimento verso gli agricoltori trapanesi, che da anni subiscono razionamenti e carenze idriche. Perché non si è intervenuti prima? Perché sono state ignorate le richieste di interventi urgenti sulla Diga Trinità? La recentissima presenza di tecnici, dirigenti e commissari durante i sopralluoghi non basta a giustificare l’inerzia dimostrata. La Sicilia merita un’amministrazione competente e proattiva, non una macchina lenta e inefficace che agisce solo quando ormai è troppo tardi. È ora di chiedere conto alla Regione per questo spreco inaccettabile. I cittadini siciliani non possono più tollerare una gestione così scellerata delle risorse idriche».