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10/03/2025 06:00:00

Diga Trinità: i miracoli e le beffe

 Era nell'aria: la diga Trinità avrebbe concluso il suo calvario, la sua via crucis. Già prima dei sopralluoghi si mormorava che i danni strutturali non fossero poi così gravi, che l'invaso trasformato in acquitrino fosse più frutto di parole che di realtà. La Sicilia è terra di miracoli! Ed ecco che, come per magia, qualcosa di dichiarato pericoloso – al punto da allarmare protezione civile, comunità e agricoltori – si risana all'improvviso.

Un nuovo metodo si fa strada: basta invocare il miracolo e le macerie svaniscono, le crepe si chiudono, le interdizioni si dissolvono. "Miracolo! Miracolo!" Vi ricordate Troisi e Lello Arena in Ricomincio da tre? "C’è miracolo e miracolo… questo è O MIRACOLO!!"

E chi aveva asseverato studi, firmato relazioni, sancito l'impossibilità di accumulare acqua? Dove sono finiti? Forse all’epoca li avranno portati altrove, a vedere altro, ma non certo questa stessa diga, lo stesso luogo. Di certo non qui, dove oggi tutto diventa possibile.

E così, dopo il miracolo, arriva la beffa. Per anni il territorio è stato calpestato, avvilito, mortificato. E i nostri rappresentanti? Assenti. Ignari dell’esistenza di questi taumaturghi che sanno intercedere con chi sa fare il miracolo con un colpo di bacchetta magica. Ora ci tocca pure ringraziare. Meglio stare zitti. Mica possiamo pensare che qualcuno risarcirà noi poveri idioti che abbiamo visto deprezzare le terre, bruciare i raccolti. E guai a parlare, perché i miracoli sono bidirezionali: da un momento all’altro potrebbero ripensarci e dichiararla di nuovo pericolosa. Tanto, che ci vuole? 

Caro Agricoltore il tuo silenzio, la tua indifferenza, sono l'unica risposta che sembra essere apprezzata. Siamo confinati in un mondo dove esprimere ciò che pensiamo non è un diritto, ma un privilegio da gestire con cautela, come se ogni parola potesse essere una lesa maestà.

Ti dicono di stare attento, di essere prudente, come se denunciare l’assurdo, lo storto, il colpevolmente compiacente fosse un crimine. Difendere un’economia, il lavoro, la sopravvivenza di chi vive della terra contro i parassiti e le false promesse è ormai considerato un atto di ribellione. Chi non si piega diventa un cittadino fastidioso, un’ombra che deve rimanere piccola piccola, non la proiezione della coscienza, ma il suo opposto.

Solitudine, emarginazione, bullismo: ecco la compagnia di chi osa dire la verità. Voltaire diceva: "Non condivido ciò che dici, ma darò la mia vita perché tu possa dirlo.” Parole fuori dal mondo, ormai rintanate in un angolo oscuro della storia.

Nel frattempo, speriamo che piova. Speriamo in un altro Miracolo, ma stavolta, servirà più di un esperto per compierlo.

"Siamo tutti nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle."
— Oscar Wilde.