Rifiuti. Migliora la differenziata in Sicilia. Male le grandi città e resta il nodo degli impianti
La Sicilia sta migliorando nella raccolta differenziata, ma la strada è ancora lunga, soprattutto nelle grandi città. È quanto emerge dall'intervista a Fabio Costarella, vice direttore del Conai (Consorzio nazionale imballaggi), ospite di Buongiorno24, la finestra del mattino di Tp24.
Differenziata in crescita, ma a due velocità "I dati dell'ultimo rapporto ISPRA – ha spiegato Costarella – confermano che negli ultimi anni la Sicilia ha fatto passi avanti nella raccolta differenziata. Tuttavia, la situazione è molto eterogenea. Se Messina ha già superato il 55%, Palermo è ancora ferma. Catania è in ritardo, ma è la capitale siciliana a preoccupare di più".
La raccolta differenziata, ha aggiunto, è ormai un’abitudine consolidata in molte realtà siciliane. "Marsala, per esempio, ha avviato il suo percorso già nel 2009. Oggi per molti cittadini differenziare è la normalità. Eppure, a pochi chilometri di distanza, ci sono comuni dove non si è ancora partiti davvero". Secondo Costarella, non mancano strumenti o risorse: "È una questione di scelte politiche, non di possibilità. I modelli funzionano e sono replicabili. Serve volontà".
I numeri del Conai Nel 2023, grazie alla collaborazione con i Comuni, Conai ha avviato al riciclo oltre 276 mila tonnellate di rifiuti di imballaggio raccolti in Sicilia. In cambio, sono stati restituiti oltre 47 milioni di euro alle amministrazioni locali. “Un risultato importante – ha sottolineato – possibile grazie all’accordo tra Conai e ANCI. I Comuni che raccolgono in modo corretto ricevono un contributo proporzionale alla quantità e alla qualità dei materiali differenziati”.
Palermo fanalino di coda Palermo continua a essere la grande assente. Interi quartieri sono ancora esclusi dalla raccolta differenziata e la situazione non sembra migliorare. "Ci sono grandi città in Italia che riescono a gestire bene i rifiuti. Palermo e Catania non hanno scuse. La complessità urbana esiste ovunque, ma bisogna fare scelte concrete".
Costarella ha anche sottolineato la necessità di maggiore sensibilizzazione: “Non basta parlare alle scuole, è in casa che si impara a differenziare. Servono campagne efficaci, ma anche servizi efficienti, a partire dai centri comunali di raccolta”.
Il nodo degli impianti Ma il problema più grave resta la mancanza di impianti per trattare i rifiuti. "In Sicilia raccogliamo 525 mila tonnellate di organico, ma abbiamo impianti solo per 400 mila. Dobbiamo accelerare", ha ribadito Costarella. "L’economia circolare si basa su quattro fasi: raccolta, selezione, valorizzazione e riciclo. Senza impianti non si chiude il cerchio".
Anche nel settore del verde e del compostaggio mancano strutture. "Aprire nuovi impianti significa creare lavoro, sviluppo economico e ridurre l'impatto ambientale. È un’opportunità che la Sicilia non può continuare a perdere".
Dieci milioni di multa per i depuratori La Sicilia è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea e ha appena ricevuto una multa da 10 milioni di euro per la mancata realizzazione di impianti di depurazione delle acque reflue in molte città. Una cifra enorme che pagano tutti i contribuenti italiani.
Costarella ha concluso l’intervista con una nota di speranza: "Fino a pochi anni fa questi numeri erano impensabili. Oggi abbiamo una base su cui lavorare. Ma serve continuità, formazione e soprattutto impianti. L’economia circolare può essere una grande occasione per la Sicilia, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche sociale e occupazionale".
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