Rating, crisi idrica e porti: il doppio volto della Regione. Tra i successi economici e le frizioni politiche
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Ea Sicilia si muove su due binari paralleli: da un lato incassa i frutti del lavoro amministrativo e tecnico, con il miglioramento del rating da parte di Standard & Poor’s e l’avvio dei lavori per i dissalatori contro la crisi idrica. Dall’altro, continua a registrare tensioni all’interno della maggioranza, stavolta sul controllo dei porti e sulle nomine ai vertici delle autorità portuali di Palermo e della Sicilia occidentale.
Dagnino: “Apprezzato il rispetto dei tempi nei conti pubblici”
Il dato più positivo per Palazzo d’Orléans arriva da Standard & Poor’s: l’agenzia internazionale ha alzato il rating della Sicilia da BBB a BBB+, con outlook stabile. Una promozione che certifica l’affidabilità finanziaria della Regione e premia, secondo il governo Schifani, i progressi nella gestione del disavanzo e nella capacità di programmare investimenti.
L’assessore regionale all’Economia Alessandro Dagnino commenta con soddisfazione: “Standard & Poor’s premia la capacità della Regione di approvare in tempo i documenti contabili, l’aumento delle spese per investimento e la prosecuzione delle politiche di gestione del disavanzo. Un grande risultato del governo Schifani, che coniuga rigore e crescita”.
Dagnino sottolinea che il rating raggiunto è il massimo possibile per una Regione, in quanto pari a quello dello Stato. Per migliorare ancora servirà un upgrade nazionale e un’accelerazione nei pagamenti. “Proprio in questa direzione – aggiunge – abbiamo già eliminato il blocco della spesa di inizio anno e adottato misure per ridurre i tempi nei pagamenti dei debiti commerciali”.
Dissalatori in arrivo: la Regione accelera sulla crisi idrica
Intanto, il governo siciliano corre ai ripari contro la siccità. Sono già partiti i lavori per i dissalatori mobili a Gela e Porto Empedocle, e a breve toccherà a Trapani (qui l'inchiesta di Tp24 che vi porta dentro il dissalatore abbandonato di Trapani). L’intervento, da 90 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione più 10 milioni di fondi regionali, è destinato a entrare in funzione entro l’estate, secondo quanto annunciato dal presidente Renato Schifani. “Mettiamo in campo un’azione concreta per garantire l’acqua ai cittadini e affrontare in modo strutturato l’emergenza idrica”, ha dichiarato Schifani.
I lavori riguardano l’adattamento dei siti esistenti con opere di presa a mare, collegamenti elettrici e idrici. L’intervento è in sinergia con la struttura nazionale per l’emergenza idrica, guidata dal commissario Nicola Dell’Acqua, e coordinato a livello regionale dalla Cabina di regia siciliana. A eseguire i lavori sarà Siciliacque.
Non si tratta però di un’azione isolata: in programma ci sono altri due dissalatori nel Palermitano e nuove condotte, per un valore di 200 milioni di euro, che saranno realizzate dalla Protezione civile regionale tramite project financing, con gara affidata a Invitalia.
Ma la maggioranza litiga (di nuovo) sulle poltrone
E mentre sul fronte economico e infrastrutturale arrivano buone notizie, la maggioranza regionale torna a spaccarsi, stavolta sulle nomine ai vertici delle autorità portuali di Palermo e della Sicilia occidentale.
La Lega rivendica la guida dell’Autorità portuale di Palermo, ipotizzando una nomina “tecnica” che però non trova l’appoggio di Forza Italia. I salviniani avevano puntato sul deputato Francesco Rizzo, mentre all’orizzonte spunta anche il nome dell’europarlamentare Annalisa Tardino.
Schifani, però, ha chiarito: “Non ho intenzione di fare il notaio di accordi presi altrove. Le Regioni devono essere consultate per trovare la soluzione manageriale migliore”.
Nel quadro delle nomine, infatti, la legge prevede un’intesa formale tra Ministero e Regione, con voto nelle commissioni parlamentari. Ma la contrapposizione tra Lega e Fratelli d’Italia da un lato, e Forza Italia dall’altro, rischia di provocare un nuovo stallo. Intanto, Fratelli d’Italia spinge per una figura interna, mentre la Lega chiede spazio anche alla luce delle ricadute del Ponte sullo Stretto.
Nonostante il rating positivo, la tenuta politica della maggioranza continua a scricchiolare su più fronti. E le tensioni sulle nomine rischiano di rallentare anche quei percorsi virtuosi che oggi premiano la Regione.
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