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03/05/2025 20:58:00

La lettera di un padre ferito: "Leonardo è morto, ma Mazara non può dimenticare"

 Una settimana dopo la tragica morte di Leonardo Titone, il quindicenne precipitato da un ex deposito di derrate alimentari sul lungomare San Vito a Mazara del Vallo, il padre Giacomo rompe il silenzio con una commovente e durissima lettera aperta indirizzata alla città.

Parole di dolore e di denuncia, quelle che Giacomo Titone ha affidato ai social e alla comunità mazzarese, per non lasciare che la morte del figlio venga dimenticata in fretta. “Un ragazzo ha perso la vita in un tragico incidente causato dal crollo di un edificio pericolante”, scrive. E ribadisce: “Quell’edificio non avrebbe dovuto costituire un pericolo”, denunciando il degrado diffuso in molte strutture della città.

Leonardo, ricorda il padre, era un adolescente curioso e vivace, come lo sono tanti a quell’età: “Per molti non avrebbe dovuto essere lì, ma invito tutti a ricordare quel sentimento di avventura che contraddistingue i ragazzi”.

Il punto però, per Giacomo Titone, è un altro: l’area era pericolosa e segnalata da tempo. Eppure, nulla è stato fatto. Anzi, “dopo la cerimonia funebre, il luogo dell’incidente è stato completamente abbandonato: non un fiore, non un pensiero, non una lacrima”.

Dure anche le parole rivolte a due amministratori locali, protagonisti di un video definito “volgare e irrispettoso”, diffuso proprio nei giorni del lutto: “Nessuna scusa, nessuna conseguenza, eppure ancora lì a decidere del decoro di questa città”.

Sotto accusa anche la gestione del lutto cittadino, proclamato dall’amministrazione: “È stato solo un fatto di cronaca dimenticabile. Per due cani si fanno cortei, per un ragazzo ben voluto da tutti, silenzio e indifferenza”.

Il messaggio si chiude con un appello che è anche un grido: “Ad oggi non rimane che il dolore e la frustrazione, che non sarà solo mia ma anche di chi dimenticherà e non farà nulla per cambiare un paese esanime. Senza cambiamenti, una tragedia simile non sarà disattesa”.

Parole che colpiscono come un pugno, che chiedono giustizia, memoria e soprattutto un impegno concreto perché la morte di Leonardo non resti solo un’altra pagina triste da archiviare.

Ecco la lettera: 

Gentili cittadini del Comune di Mazara del Vallo.
Questi giorni sono stati caratterizzati da un evento drammatico che ha colpito il cuore di tante persone.
Un ragazzo ha perso la vita in un tragico incidente causato dal crollo di un edificio pericolante.
Per molti paesani, non avrebbe dovuto essere lì, ma invito chiunque a riportare alla memoria quel sentimento di avventura e curiosità che contraddistingue un
adolescente di quell'età.
Il punto è che quell'edificio non avrebbe dovuto costituire un pericolo, così come tantissime altre strutture nel territorio che presentano importanti criticità.
Il paradosso è che il luogo del tragico evento si trova proprio di fronte ad un parco giochi per bambini, separato da una strada con una pista ciclabile ancora
non collaudata, e dove già un anno fa ha perso la vita un altro concittadino.
Nel precedente messaggio che ho postato in rete facevo un appello a tutti affinché venisse sensibilizzatala popolazione di Mazara a proposito di
impegnarsi a fare chiarezza sull'evento.
A pochi giorni dal fatto ho l'impressione che questa disgrazia sia passata in sordina se ne attenda solo un altra.
Dopo la cerimonia funebre, il luogo dell'incidente completamente abbandonato...non un fiore, non un pensiero, non una lacrima. Solo il dolore e la
disperazione lasciati a un padre abbandonato a se stesso!
Stendo inoltre un velo pietoso nei confronti di quei due amministratori che, all'indomani del lutto,e consapevoli del fatto, hanno postato un video sui social,
volgare e di cattivo gusto, e soprattutto eccessivamente irrispettoso nei confronti della dignità politica di questo paese.
Eppure, anche questo, passato in sordina come se nulla fosse...il video rimosso, nessuna scusa, e gli stessi amministratori sempre al loro posto a decidere del
decoro di questa città.
Il lutto cittadino, indetto dall'amministrazione, si è rivelato come un fatto di cronaca dimenticabile e non è stato preso in considerazione pressoché da
nessuno, ed è triste appurare che per due cani si facciano parate e cortei mentre che per un giovane ben voluto da tutti si siano infilati tutti la testa nella
sabbia.
Ad oggi non rimane che il dolore e la frustrazione, che non rimarrà soltanto mia, ma sarà di tutti coloro che dimenticheranno e non faranno nulla per cambiare un
paese esanime e bisognoso di cambiamenti, senza i quali una tragedia simile non sarà disattesa.