Scandalo referti. La difesa di Croce / 4. "Io perseguitato, dati falsati"
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Nell’ultima parte delle sue controdeduzioni, il direttore generale sospeso dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, parla apertamente di “fumus persecutionis”, denunciando quella che definisce una vera e propria azione punitiva nei suoi confronti da parte della Regione Siciliana.
Un’accusa che si aggiunge a quelle già mosse nei precedenti passaggi della sua difesa, in cui ha puntato il dito contro i dirigenti medici dell’Asp (“omertosi e assuefatti”), l’assessorato regionale alla Salute e la gestione centrale del sistema sanitario.
Croce nega qualsiasi responsabilità diretta nei ritardi dei referti istologici, contesta i numeri comunicati alla Regione, rivendica le azioni intraprese per recuperare l’arretrato e sottolinea che i casi più gravi, come quello della paziente di Mazara del Vallo, si riferiscono a un periodo antecedente alla sua nomina. Una ricostruzione che punta a ribaltare le accuse e che segna il culmine del confronto istituzionale aperto dopo lo scandalo che ha travolto la sanità trapanese.
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Ferdinando Croce, attuale manager sospeso dell’ASP di Trapani, nelle sue controdeduzioni, in vari passaggi parla sempre di “fumus persecutionis”, cioè di una presunta persecuzione nei confronti della sua persona in qualità di Dirigente generale. Lo fa anche in ragione di una nota dell’11 marzo 2025 con cui l’Assessorato regionale alla Salute ha richiesto a tutte le aziende e gli enti del SSR di dare conto dei tempi “medi” di esecuzione e conseguentemente di refertazione. A tutte le Aziende tranne che all’Asp di Trapani. Secondo Croce non c’è stata una indagine realmente oggettiva: “L’Asp di Trapani, quindi, non è stata MAI messa nelle condizioni di poter evidenziare, al pari di tutte le altre Aziende sanitarie, l’andamento dei tempi medi dell’ Anatomia Patologica nello specifico range temporale preso in considerazione dall’Assessorato regionale della Salute (tutto il 2024 e i primi mesi del 2025)”.
Casi clinici: non è parametro di valutazione
Secondo Croce, così scrive nelle sue controdeduzioni, il richiamo ai casi clinici dei quattro pazienti oggetto di cronaca quale esclusivo parametro di valutazione dei ritardi maturati dall’Anatomia patologica trapanese è inattendibile.
Si tratta, alla luce dei gravissimi ritardi nell’attività di refertazione, di due casi di benignità e di due casi di neoplasie maligne, riscontrata a monte una valutazione o errata o comunque non connotata da urgenza da parte dei clinici che hanno sottoposto i pazienti a intervento.
L’ASP di Trapani ha refertato più della task force assessoriale
Il Dg lo scrive senza girarci attorno, la task force assessoriale, che è stata attivata il 5 marzo 2025 per il superamento dell’emergenza, quindi portando avanti la refertazione, ha in realtà preso in carico esclusivamente l’arretrato maturato nei mesi di gennaio 2025 e febbraio 2025 (pari a 1.908 esami).
Per l’anno 2024, invece, l’arretrato ancora da refertare, parliamo di 1.405 esami, era già integralmente in carico all’ Anatomia Patologica (224) e alle strutture precedentemente convenzionate dall’Asp Trapani (Policlinico di Palermo: 513; Oncopath srl: 388; Arnas Garibaldi: 200; Asp Catania: 80), tutti refertati nel rispetto della scadenza assessoriale del 14 marzo 2025.
I casi
Delle 1.405 refertazioni relative all’accumulo di campioni per l’anno 2024, eseguite dall’ Anatomia Patologica e dalle strutture a suo tempo convenzionate dall’Asp di Trapani, sono emersi 46 casi positivi a patologie tumorali, che sono stati presi in carico dai GOM.
I 1.908 campioni da refertare, relativi all’accumulo di campioni per l’anno 2025, sono stati effettuati per il 98% nel rispetto del target dei venti giorni lavorativi. Ne sono venuti fuori 160 casi positivi, di questi: 81 (quindi, il 50%) sono stati refertati direttamente dall’Anatomia Patologica e dalle strutture convenzionate dall’Asp di Trapani; i restanti 79 sono stati refertati dalle altre strutture coinvolte nella task force assessoriale.
Le conclusioni e le accuse di Croce alla Regione
Per Croce dunque si tratta di un procedimento illegittimo: “In costanza di una ispezione ministeriale sui medesimi atti e fatti, non ancora conclusa,
stupisce: che l’Assessorato regionale abbia deciso di non attenderne gli esiti; che non siano state ricostruite le responsabilità su fatti che sono certamente antecedenti alla nomina del sottoscritto sia quale commissario, sia quale direttore generale dell’Asp; che siano stati modificati elementi
fattuali ricavabili da atti prodotti all’amministrazione; che sia stato del tutto omesso che il rientro nel termine dei 20 giorni di refertazione, come dimostrato, sia dovuto esclusivamente alle soluzioni poste in essere da chi, incomprensibilmente, è ritenuto responsabile di aver portato a soluzione di ciò che era stato ereditato”.
Croce poi parla anche di Maria Cristina Gallo: “Un dato, forse il più doloroso, è eclatante: la vicenda della paziente di Mazara del Vallo, che è stato l’apice di questa triste storia umana e sanitaria, si lega a date precise. Il prelievo istologico della signora viene prelevato il 14 dicembre 2023 e sarebbe dovuto essere refertato entro i 20 giorni successivi, cioè ben prima della nomina dello scrivente a commissario straordinario dell’Asp di Trapani. Come sia possibile condurre un’azione ispettiva che non dia conto nei suoi atti delle responsabilità specifiche di questo fatto e degli altri coevi, non è dato saperlo. Ma resta una macchia indelebile”.
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