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17/05/2025 06:00:00

Scandalo referti all'Asp di Trapani. "Clima di terrore e omertà"

 Ferdinando Croce, manager sospeso dell’ASP di Trapani, ha presentato il 12 maggio la terza memoria integrativa, le prime due portano la data del 17 e 29 aprile.
Nelle ultime controdeduzioni, allegata, c’è la testimonianza di un medico dell’Anatomia Patologica, che senza filtri racconta quello che è accaduto presso il reparto gestito dall’allora primario Domenico Messina. Un atto di accusa pesante, al di là di quelle che saranno le decisioni regionali, di cui bisognerà tenere conto.


Messina e le sue responsabilità.
La testimonianza arriva da un medico di reparto che conosce bene Messina, con cui ha lavorato fino al 2024, anno in cui lo stesso Messina andò in pensione. Nel riferire il lavoro svolto il medico sottolinea le “notevoli problematiche ed anomalie legate ai ritardi nella refertazione. Più in particolare posso dire che il Dott. Messina prediligeva sempre l'attività libero professionale a quella istituzionale, dando così priorità ai detti casi in ALPI rispetto alle prenotazione istituzionali”.
In sostanza secondo la testimonianza del medico, Messina avrebbe preferito lavorare ai casi ALPI rispetto a casi istituzionali, cioè all’Attività Libero Professionale Intramuraria, prestazioni sanitarie erogate all'interno delle strutture ospedaliere o di altri istituti sanitari, ma non in regime di lavoro dipendente, bensì in libera professione, questo di fatto comportava un ritardo nella refertazione con casi non evasi.

Mancata comunicazione e clima di terrore.
Il medico dichiara poi che Messina non avrebbe mai messo al corrente il Direttore Generale Croce dei ritardi nella refertazione: “vigeva un clima di terrore e di assoluta omertà di tutti i sanitari in forze presso la detta Uoc da lui diretta”. Il testimone pare ci abbia provato a dire la verità e a interpellare altri dirigenti ma è stato zittito.
Insomma una “realtà dei fatti omessa e sommersa dalla Direzione del Dott. Domenico Messina e da tutti coloro a lui sopra ordinati”.

Carichi di lavoro non adeguati
E’ una testimonianza agli atti molto forte e su cui bisognerà fare luce, il medico non sottace nulla e relativamente ai carichi di lavoro dice chiaro che non erano adeguati.
Si legge “Il Direttore Messina lasciava una libertà di autonomia ai sanitari che tra loro non riuscivano ad interloquire ed a gestire il detto carico di lavoro (che comunque non competeva agli stessi), considerato altresì il clima sopra descritto e la totale assenza motivazionale da parte del Direttore Messina che, a contrario, coltivava solo i propri interessi personali. La detta situazione si è fortemente aggravata negli ultimi due anni stante l'accumulo dei ritardi e delle omesse refertazioni… in particolare a Castelvetrano, ove il carico di lavoro non è stato affatto redistribuito (come invece sarebbe stato necessario) e ciò anche in considerazione del fatto che tra il 2023 ed il 2024 sono venuti a mancare
cinque dirigenti medici”.


Messina pare che avesse pure disposto la mobilità ad Enna per una dottoressa, nonostante la situazione dei ritardi accumulati e della carenza di organico.
Mobilità che venne poi bloccata da Croce nel novembre del 2024.

Vessazioni sul lavoro
Il medico testimone parla di vessazioni subite sul posto di lavoro, quindi in reparto, proprio dal dottore Messina: “come ad esempio la mancata comunicazione da degli obiettivi aziendali per il raggiungimento della performace, che quindi non mi
ha consentito di svolgere consapevolmente il mio incarico”.

Ritardi e mala gestio
Un atto di accusa pesante quello rivolto a Messina, ma che si può sintetizzare nella mala gestio del reparto, in omissioni al vertice dell’Azienda, determinando quindi i ritardi e il caos.