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12/05/2025 06:00:00

Multa salata al Comune di Trapani per la falla di via Erice - Mazara, ma l'acqua continua a scorrere ...

Scatta una multa da 866 euro e, con essa, l’ennesimo richiamo della Provincia: quindici mesi di acqua che scorre via a circa 4 litri al secondo non sono bastati a far chiudere il cantiere sulla SP 83.

E così Trapani continua a pagare due volte: in bolletta e in disagi. Eppure la condotta proveniente da Bresciana, unica fonte idrica per Trapani e dintorni, resta squarciata in ben due punti in pochi metri, la strada continua ad essere parzialmente fruibile, mentre i responsabili si rimpallano il problema.

La SP 83 è di proprietà del Libero Consorzio (l’ex Provincia); per legge tocca all’ente proprietario vigilare sulla sicurezza. Dopo due ordinanze (14 febbraio e 30 maggio 2024) e due diffide (24 giugno e l'11 luglio) rimaste senza effetti, il 29 gennaio la Provincia ha sollecitato nuovamente attivando l’articolo 13 della legge 686/1961, e trasmettendo alla Polizia Stradale una formale segnalazione di inadempienza. È stato quel sollecito a far scattare il sopralluogo del 19 febbraio e il verbale che accusa il Comune di violare l’art. 21/4 del Codice della strada (lavori su strada altrui senza cautele e senza ripristino). In pratica, la multa nasce da una richiesta esplicita della Provincia alla Polstrada per tutelare la propria strada e la circolazione.

Cos', accertato che il cantiere, aperto dopo il “buco” provocato da un escavatore durante i lavori di posa della fibra il 30 gennaio 2024, non rispetta né sicurezza né ripristino dell’asfalto, gli agenti hanno staccato il tagliando: 866 euro, che si riducono a 606,20 se pagati entro cinque giorni, ma salgono a 1.732 oltre i sessanta.

A rendere pubblico il verbale è stato il Comitato spontaneo “L’acqua è un diritto di tutti”, lo stesso che l’8 maggio ha portato venti cittadini in caserma per una denuncia collettiva contro ignoti per interruzione di pubblico servizio.

Il gesto certifica la rabbia di una comunità che vede evaporare fra 100 e 140 milioni di litri d’acqua mentre deve pagare autobotti e contare i danni da infiltrazione. “Forse si aspetta che la zona diventi così umida da poterci andare a funghi”, ironizzano gli attivisti, facendo chiaro riferimento al sindaco.

Alcuni del comitato hanno poi ricordato che prima o poi qualcuno rifonderà terreni, marciapiedi e abitazioni. Precisando però che sarà il solito “cappiddazzo”, cioè il contribuente.

Il cuore del paradosso è tecnico ma anche politico: riparare la falla costringerebbe a interrompere per una settimana la fornitura dalla sorgente di Bresciana, lasciando la città a secco in pieno razionamento regionale; non ripararla significa buttare un torrente d’acqua potabile sull’asfalto, tenere la SP 83 parzialmente accessibile, essendo aperta al traffico una sola corsia del doppio senso di marcia, e incassare sanzioni.

Palazzo d’Ali, adesso, ha tre vie: pagare la multa, impugnarla o, finalmente, completare i lavori richiesti dal Libero Consorzio, che ha già ordinato il ripristino “a spese del contravventore”. A rendere ancor più grave la situazione è la consapevolezza che i lavori, che si auspica quantomeno definitivi, lascerebbero l'intera città a secco e in piena stagione turistica. Nessuna replica da Palazzo D'alì al momento, anche se l'assessore Enzo Guiana più volte ha sottolineato l'assenza di alternativa alla completa chiusura della condotta "non avendo più l'apporto idrico di Siciliacque da Montescuro". 

Intanto la perdita continua, la strada rimane a senso alternato e i cittadini aspettano. Sarà la magistratura, sollecitata dall’ultima denuncia corale, a stabilire responsabilità penali; ma sul piano amministrativo il conto è già sul tavolo: acqua sprecata, traffico deviato, cassa comunale alleggerita e pazienza degli automobilisti, e dei rubinetti , al limite.