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16/05/2025 08:52:00

Sessismo? No, “pagliacciate di provincia”. Antonini non si scusa e attacca ancora. Solidarietà delle consigliere comunali all’assessora D’Alì

Altro che scuse. Dopo la battuta in romanesco («quasi quasi me fai sospettà») rivolta al sindaco Tranchida e riferita all’assessora al Turismo Rosalia D’Alì durante una diretta sull'emittente locale Telesud, Valerio Antonini non solo non fa marcia indietro, ma rincara la dose. E lo fa con uno dei suoi soliti post sguaiati su X, in cui bolla come “patetico” il video dell’assessora che chiede rispetto, attacca il “Miserabile marsalese” (che sarebbe il direttore di Tp24) e liquida tutto come “caciara”.

Nel frattempo, il caso ha assunto contorni ben più ampi. Dopo la difesa dell’operato dell’assessora da parte del sindaco Tranchida, è arrivato l’intervento delle consigliere comunali di Trapani, che con una nota congiunta esprimono “piena solidarietà” a Rosalia D’Alì: «Serve rispetto nelle istituzioni – scrivono –. Il dibattito politico e istituzionale deve rimanere ancorato ai contenuti e alle idee, evitando riferimenti personali o allusioni che possano mettere in discussione la dignità delle persone, soprattutto quando colpiscono donne in posizioni di responsabilità».

La nota, firmata da Giulia Passalacqua, Marzia Patti, Claudia La Barbera, Sonia Tumbarello, Giusy Ilenia Poma e Daniela Barbara, è un richiamo chiaro alla decenza. Ma non è bastata neanche questa a fermare il “pres” di Trapani Basket e Trapani Calcio.

Nel suo ultimo post, Antonini respinge ogni accusa e scrive: «Non credo che le donne abbiano per tanto tempo lottato per difese inopportune come queste. Quando si parla di diritti delle donne, cerchiamo di rispettare chi ha lottato per ottenerli per cose serie ed importanti e non per queste pagliacciate di provincia».

Antonini rivendica il diritto di criticare l’operato dell’assessora e insinua che le accuse di sessismo siano solo un pretesto per screditarlo. Peccato che l’atteggiamento, lo stile, le parole scelte – e soprattutto il contesto in cui sono state pronunciate – abbiano ormai scavato un solco tra chi ambisce a un dibattito pubblico civile e chi, invece, trasforma ogni occasione in uno show da social o per fare audience in tv. 

Sarà forse anche questa la “promozione del territorio” di cui si vanta Antonini?