Era il 18 maggio 1980 quando oltre duemila persone marciarono lungo i sette chilometri di costa tra Scopello e San Vito Lo Capo, per difendere lo Zingaro da una strada litoranea che avrebbe sventrato uno dei luoghi più incontaminati della Sicilia.
Oggi, 18 maggio 2025, a 45 anni da quella storica giornata, cittadini e attivisti tornano a camminare lungo quei sentieri, per ricordare la battaglia che ha portato alla nascita della prima riserva naturale dell’Isola.
La vittoria della gente contro le ruspe
L'area dello Zingaro era abitata da un'ultima famiglia di contadini fino a circa il 1960, nella casa che oggi è il Museo dell'Intreccio, ristrutturato nel 2013. Gli abitanti per trasportare le merci e l'acqua usavano i muli. Oggi per il trasporto dei rifiuti e delle merci in generale, si usano sempre i muli o gli asini unico mezzo di trasporto possibile.
Un paradiso che rischiava di scomparire. Nel 1976 erano già iniziati i lavori per la costruzione della litoranea Scopello-San Vito Lo Capo, ma l'iniziativa ha scatenato una serie di proteste del mondo ambientalista, culminate in una partecipatissima marcia di protesta che ebbe luogo il 18 maggio 1980. L'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana si impegnò così ad espropriare l'area dello Zingaro riconosciuta di grande interesse ambientale.

Quella marcia fu un atto di ribellione popolare contro l’arroganza del cemento, contro la logica del profitto e contro l’inerzia delle istituzioni. Fu grazie a quella mobilitazione, che coinvolse cittadini comuni, ambientalisti, studenti e contadini, che la Regione Siciliana decise, l’anno successivo, di istituire ufficialmente la Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, primo esempio di area protetta in Sicilia. Anche se ancora oggi il mondo politico ha idee ambigue su quell'area, come simostrano le recenti dichiarazioni di Renato Schifani che hanno suscitato molte polemiche.
Franco Russo, una guida per la Sicilia
A capo del corteo c’era Franco Russo, presidente del WWF Sicilia e dirigente tecnico forestale, tra i protagonisti assoluti della battaglia per salvare lo Zingaro. La manifestazione di oggi è anche l’occasione per ricordare proprio Franco Russo, scomparso di recente. Uomo di scienza e d’azione, ha saputo coniugare la passione del volontario con la competenza del tecnico e la capacità di dialogo con le istituzioni. A lui si devono alcune delle leggi più importanti per la tutela ambientale in Sicilia e la nascita di numerose riserve. “Il suo esempio – ha detto Pietro Ciulla, delegato WWF Sicilia – è ancora oggi una guida. In un momento in cui l’ambiente è sempre più sotto attacco, ricordare la Marcia dello Zingaro significa rinnovare l’impegno per difendere il nostro patrimonio naturale”.

Un paradiso sempre minacciato
Ma la battaglia per lo Zingaro non è finita. Le minacce sono ancora attuali. Ogni estate la riserva è bersaglio di incendi dolosi che devastano ettari di macchia mediterranea. Tentativi di speculazione, forme di turismo aggressivo e la privatizzazione dei beni comuni mettono a rischio l’equilibrio fragile tra uomo e natura. Il breve tratto di galleria scavato nella roccia all’ingresso sud della riserva resta un monito di ciò che sarebbe potuto accadere.

Una nuova marcia per il futuro
La giornata di oggi si apre alle 9:00 con una camminata simbolica dallo storico ingresso lato Scopello. Nel pomeriggio, una passeggiata dal borgo fino all’interno della riserva con una merenda condivisa e musica in acustico. Non solo celebrazione, ma un atto di memoria attiva e di lotta civile. “Non vogliamo superstrade, turismo di massa, incendi dolosi. Vogliamo più tutela, più ascolto, più visione”, si legge nel manifesto della marcia dei 45 anni.

Perché lo Zingaro non è solo un angolo di bellezza, ma un simbolo di resistenza. E perché, come 45 anni fa, solo l’impegno collettivo può difendere ciò che è di tutti.