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21/05/2025 06:00:00

 La morte di Biagio Lombardo: Giampiero Vitale condannato per omicidio stradale

Giuseppe e Vita, i genitori di Biagio Lombardo, sono rimasti in piedi, immobili, travolti da un’emozione che non ha avuto bisogno di voce. Il loro figlio non tornerà, ma per loro c’è una verità riconosciuta da un giudice: Giampiero Vitale, 25 anni, è stato condannato a cinque anni e otto mesi di reclusione per omicidio stradale.

La decisione è arrivata ieri dal GUP Sara Quittino, al termine di un procedimento segnato da forte coinvolgimento emotivo. La condanna riconosce la responsabilità piena di Vitale, che quella notte del 13 gennaio 2024 viaggiava sotto la pioggia a velocità elevata, in stato di ebbrezza, sulla SS115 tra Marsala e Mazara del Vallo.  Biagio, giovane volontario della Croce Rossa di Mazara del Vallo, aveva solo 18 anni quando ha perso la vita sulla SS115, tra Marsala e Mazara. Un impatto devastante, che ha spezzato non solo la sua vita, ma anche il cuore di un’intera comunità.

La dinamica dell’incidente: velocità, pioggia e irresponsabilità
Secondo quanto emerso durante le indagini e nel processo, Giampiero Vitale si trovava alla guida della sua auto in condizioni psicofisiche alterate: sotto l’effetto di alcol e, probabilmente, di altre sostanze, in una notte di pioggia e scarsa visibilità. La sua velocità era tripla rispetto al limite consentito. Una condotta irresponsabile che ha reso l’impatto inevitabile e letale. L’accusa, forte di un impianto probatorio solido, ha definito la responsabilità di Vitale "totale e incontrovertibile". Non c’è stato spazio per il dubbio: Biagio Lombardo è stato travolto e ucciso da un comportamento tanto pericoloso quanto evitabile.

Il processo
Il processo si è svolto con rito abbreviato, e il Pubblico Ministero aveva chiesto nove anni di carcere. Il giudice Quittino ha però optato per una pena ridotta, considerando alcune attenuanti, ma non ha risparmiato pesanti sanzioni accessorie: revoca definitiva della patente di guida; obbligo di risarcimento danni alle parti civili; pagamento delle spese processuali. L'avvocato della difesa, Andrea Pellegrino, sta valutando il possibile ricorso in appello. Fuori dall’aula, oltre ai genitori di Biagio, erano presenti amici, zii, volontari della Croce Rossa, e cittadini commossi. L’avvocato della famiglia Lombardo, Maurizio Gabrielli, visibilmente provato, non ha voluto commentare, dicendo soltanto di essere soddisfatto per la decisione del giudice.

Biagio: simbolo di altruismo e impegno civile
Biagio non era un semplice adolescente. Era un ragazzo gentile, attivo, con un profondo senso civico, amato dai suoi amici e stimato dai colleghi della Croce Rossa. Un giovane che aveva fatto dell’aiuto al prossimo una missione, nonostante la giovane età. Alla sua memoria sono stati intitolati un oratorio e un campo sportivo. Biagio amava lo sport, la comunità, la condivisione.

Il caso ha avuto un grande impatto mediatico e sociale, sollevando il tema della sicurezza stradale, della responsabilità alla guida e della necessità di una giustizia che tuteli le vittime innocenti. La sentenza non cancella il dolore, ma è un segnale forte: chi guida in stato di alterazione non può sperare nell’impunità.