È il 2025, ma in provincia di Trapani sembra ancora di vivere un’epoca dove l’accesso alla sanità pubblica è un miraggio, un diritto che si dissolve tra burocrazia, carenze strutturali e, soprattutto, liste d’attesa che definire interminabili è un eufemismo. La denuncia è chiara, cruda e arriva direttamente dai cittadini esasperati: per un semplice ecodoppler, esame fondamentale per la prevenzione cardiovascolare, i tempi di attesa con il Servizio Sanitario Nazionale sfiorano ormai l’anno. A meno che, ovviamente, non si scelga di pagare.
Ecco cosa ci racconta Giovanni, un cittadino trapanese che ha provato a prenotare un ecodoppler per la moglie: “È vergognoso, ho provato a richiedere degli esami ecodoppler prescritti dal medico per mia moglie e il portale Asl mi dà il primo appuntamento il 25 ottobre oppure più in là, fino a febbraio/marzo 2026. Gli stessi esami invece, a pagamento, mi dà possibilità per i giorni 25 e 26 maggio, in strutture pubbliche ma a 180/200 euro. Mi chiedo quando finirà tutto questo”, conclude amareggiato.
Una situazione che ha dell’assurdo: nella stessa struttura ospedaliera, dove si dovrebbe garantire equità di accesso alle cure, chi paga può avere l’esame in pochi giorni, chi si affida alla mutua deve attendere mesi. Mesi preziosi che, in molti casi, possono fare la differenza tra diagnosi precoce e malattia avanzata.
Non è un caso isolato, ma un dramma che riguarda tutta la provincia. La questione si inserisce in un contesto sanitario già profondamente compromesso: basti ricordare lo scandalo dei ritardi nei referti oncologici che ha travolto l’Asp di Trapani, portando prima alla sospensione e ora alle dimissioni del direttore generale Croce. Un sistema che arranca, che lascia i cittadini soli e smarriti, costretti a scegliere tra la salute e il portafoglio.
E mentre le istituzioni tacciono o balbettano promesse, la realtà è questa: cittadini costretti a migrare verso strutture private o a rinunciare alle cure per mancanza di risorse economiche. Si chiama sanità pubblica, ma a Trapani sempre più spesso si trasforma in un lusso per pochi.
A questo punto, la domanda è inevitabile: dov’è lo Stato? Dov’è la Regione? Dove sono le risposte, le riforme, le assunzioni? La salute non può più aspettare. E i cittadini, esasperati, non possono più essere trattati come utenti di serie B.
Perché mentre la politica continua a giocare al rimpallo delle responsabilità, le liste d’attesa diventano una sentenza. E il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, resta solo una promessa tradita.