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27/05/2025 13:05:00

"Orari di lavoro impraticabili",  i lavoratori dell'Enel  in piazza anche a Trapani. Ecco la data dello sciopero

Scioperano anche a Trapani i lavoratori Enel, giovedì 29 maggio, per dire no ai nuovi orari di lavoro “sfalsati” imposti dall’azienda. Il presidio si terrà dalle 7 alle 9 del mattino davanti alla sede di corso Piersanti Mattarella e contemporaneamente ad Alcamo, in via Monte Grappa. La protesta è nazionale, ma in provincia assume contorni ancora più concreti, dove la riorganizzazione sta creando disagi quotidiani.

Il punto centrale è il nuovo modello organizzativo introdotto unilateralmente da Enel: due turni sfalsati – uno di mattina, l’altro di pomeriggio – che secondo i sindacati non solo sono difficili da applicare nella realtà locale, ma stanno anche destabilizzando l’intero assetto operativo.

“Questa soluzione sta generando confusione, disorganizzazione e malessere tra i lavoratori – denunciano i segretari di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, Benedetto Petrusa, Giuseppe Pantaleo e Lorenzo Ponzo –. Non solo si stravolge la vita delle persone, ma si disgregano le squadre, si perdono riferimenti, e mancano i responsabili durante i turni”.

A settembre 2023, spiegano i sindacati, era stata avviata una sperimentazione su scala limitata, con il coinvolgimento di sole quattro unità operative in tutta Italia. “Quell’accordo prevedeva un periodo di prova di sei mesi – affermano – ma l’azienda lo ha utilizzato per far passare il messaggio che, terminato il test, si potesse estendere il modello ovunque. Senza alcun confronto con le RSU, come invece previsto dal contratto”.

La prima risposta dei lavoratori è arrivata con lo sciopero del 12 maggio, che ha registrato un’altissima adesione. Ora, il 29, si replica.

Questa situazione non è più tollerabile – sottolineano i sindacati –. I lavoratori sono costretti a riorganizzare all’ultimo minuto la loro vita familiare. E con l’estate alle porte, l’aumento dei carichi di lavoro e le ondate di calore renderanno tutto ancora più critico”.

La richiesta è chiara: “Serve un cambio di passo. Vogliamo organizzazione, rispetto per la vita privata dei dipendenti e responsabilità nella gestione delle risorse umane. Non siamo più disposti ad accettare che i limiti gestionali dell’azienda ricadano su chi ogni giorno lavora sul campo”.