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28/05/2025 14:20:00

Grande Sicilia: "DIfendiamo il futuro dell'Isola, no ai tagli"

In un contesto di crescenti disuguaglianze territoriali, il Movimento Grande Sicilia lancia un appello forte e chiaro contro l’ennesimo colpo inferto allo sviluppo dell’Isola. La notizia del taglio di quasi 3 miliardi di euro destinati a opere infrastrutturali strategiche è, secondo il movimento, “un grido silenzioso che offende la dignità di un intero popolo”.

Fondi già programmati per la rigenerazione urbana, la messa in sicurezza del territorio e il miglioramento delle infrastrutture viarie vengono ora cancellati o trasferiti ad altre aree del Paese, in particolare al Nord. E tutto questo accade proprio mentre si chiede alla Sicilia di fare da snodo del “Piano Mattei” e da ponte naturale tra Europa e Africa.

Un furto di futuro
“Sono 800 milioni tolti a Province e Comuni per la manutenzione delle strade e oltre un miliardo escluso dal PNRR per essere destinato a opere come il Terzo Valico dei Giovi”, denuncia il Movimento, facendo eco alle preoccupazioni già espresse dall’ANCE e dall’eurodeputato Marco Falcone. Un colpo durissimo non solo a cantieri attesi da anni, ma a vere e proprie strategie di sviluppo territoriale che vengono azzerate senza alternative credibili.

“È un affronto all’intelligenza dei siciliani”, afferma il comunicato, “che non chiedono ponti retorici, ma ponti economici per connettere il presente con un futuro di crescita”.

Da vittime a protagonisti: la proposta autonomista
Grande Sicilia però non si limita alla denuncia. “Non è il momento della lamentela, ma della proposta”, prosegue la nota. Ed è qui che il movimento lancia la sua visione alternativa: una risposta siciliana alla marginalizzazione. Al centro della proposta c’è la nascita di un Piano Siciliano per le Infrastrutture, interamente gestito dalla Regione, con fondi vincolati, tempi certi e una progettazione locale, finanziata anche da un fondo rotativo autonomo e dalla compartecipazione ai tributi generati sul territorio.

Una cabina di regia siciliana
Il Movimento propone anche l’istituzione immediata di una Cabina di Regia Siciliana per le Infrastrutture, che coinvolga ANCE, Università, Comuni e categorie produttive. Un organismo tecnico-politico stabile e autonomo, con l’obiettivo di programmare, gestire e rendicontare le grandi opere pubbliche, svincolato dalla logica delle promesse non mantenute dei governi centrali.

“Il nostro ponte si chiama Dignità”
Nel finale del comunicato, il tono si fa ancora più deciso: “La Sicilia non chiede più, la Sicilia costruisce. Non invochiamo carità istituzionale, ma pretendiamo giustizia territoriale e il pieno rispetto del principio di eguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione”. “La Sicilia – conclude il Movimento – è già oggi un crocevia strategico per l’Europa. Ma mentre Bruxelles ci guarda come cuore del Mediterraneo, Roma ci taglia i binari. E allora è il momento di camminare con le nostre gambe. Non per orgoglio sterile, ma per una vera autonomia infrastrutturale che sia finalmente garanzia di sviluppo e futuro”.