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01/06/2025 06:00:00

Il Trapani Calcio e lo scandalo crediti, le criptovalute e i notai dell’Est 

 Dall’illusione della Serie B al rischio di una bufera finanziaria internazionale. Il caso del Trapani Calcio, già punito con otto punti di penalizzazione e con sei mesi di inibizione per Valerio Antonini, si arricchisce di nuovi elementi, rivelati in un’inchiesta pubblicata da L’Espresso oggi in edicola, a firma di Carlo Tecce e Gianfrancesco Turano.

Secondo il settimanale, dietro la compravendita dei crediti fiscali rivelatisi fasulli, c’è un giro di denaro opaco e potenzialmente internazionale, nel quale il club trapanese compare assieme al Brescia e ad altre società di Serie B e C.

I soldi del Trapani su conti esteri in criptovaluta

L’Espresso scrive che i milioni di euro bonificati dal Trapani e dal Brescia al Gruppo Alfieri SPV – per compensare i debiti con l’Erario – non sarebbero mai finiti all’Agenzia delle Entrate, ma piuttosto a una società olandese specializzata in moneta elettronica, attiva nel settore delle criptovalute.

Non solo: i documenti analizzati nell’inchiesta dimostrerebbero che parte delle operazioni finanziarie è transitata da uno studio notarile polacco, utilizzato per dare legittimità a contratti e deleghe nel tentativo di aggirare i controlli.

“Un sistema diffuso, non un caso isolato”

Ciò che colpisce, nell’inchiesta di L’Espresso, è che il Trapani non sarebbe affatto un caso isolato. Già a febbraio, infatti, diverse società delle serie minori avrebbero fatto ricorso a operazioni simili per saldare i propri obblighi contributivi.

Un passaggio dell’articolo parla chiaramente di “squadre che potrebbero aver falsato i bilanci” per ottenere l’iscrizione ai campionati, o per superare le verifiche Co.Vi.So.C. a ridosso delle scadenze federali.

Trapani e Brescia sotto lo stesso schema

Il meccanismo illustrato da L’Espresso appare ormai consolidato: una società neo-costituita (Gruppo Alfieri), un giovane amministratore senza curriculum (Gianluca Alfieri), una sede di rappresentanza in via Montenapoleone a Milano, e un apparato di conti esteri e veicoli digitali per nascondere il flusso reale dei pagamenti.

In questo contesto, i club come il Trapani – che hanno sostenuto di essere vittime inconsapevoli – risultano negligenti, nel non aver verificato la destinazione e la tracciabilità dei fondi.

Dubbi sulle iscrizioni alla prossima stagione

L’Espresso solleva anche un tema che potrebbe far tremare molte società: le iscrizioni al prossimo campionato. Se i pagamenti fiscali presentati nei modelli F24 si rivelassero non eseguiti o privi di copertura legale, i bilanci 2024-2025 non sarebbero regolari e potrebbero aprirsi provvedimenti di esclusione o revoca delle licenze professionistiche.

A fronte delle accuse e delle ricostruzioni giornalistiche, la posizione della società trapanese resta ferma: il club si considera parte lesa di una truffa orchestrata dal Gruppo Alfieri SPV, e ribadisce di aver agito in totale buona fede, avvalendosi di professionisti esterni che avrebbero garantito sulla regolarità delle operazioni. Fonti vicine alla proprietà fanno sapere che i pagamenti sono stati eseguiti regolarmente con bonifici bancari tracciabili; la società ha denunciato penalmente i soggetti ritenuti responsabili  e collaborerà con le autorità per chiarire ogni aspetto.

“Abbiamo fatto tutto ciò che ci veniva richiesto per rispettare i criteri federali e fiscali”, ha dichiarato Antonini in più occasioni. “Se qualcuno ha sbagliato, dovrà pagare. Ma non sarà il Trapani a farne le spese per errori altrui.”



Native | 01/10/2025
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