Trapani: volti, storie e proteste per la Festa della Repubblica
C’è un modo diverso di raccontare la Repubblica. Non con i discorsi ufficiali, ma con i fatti, i gesti, le persone. A Trapani, quest’anno, la cerimonia del 2 giugno ha scelto di parlare così. Con i nuovi Cavalieri nominati dal Presidente Mattarella. Con la bandiera data a una scuola che combatte la droga coi fatti. Con i quadri dei detenuti del carcere, appesi dentro il cortile della Prefettura.
È qui che si è svolta la celebrazione, tra autorità e cittadini. Il prefetto Daniela Lupo lo ha detto chiaro: «Le istituzioni oggi ci mettono la faccia, e i cittadini lo vedono. Ecco perché cresce la fiducia». Nessuna retorica. Solo storie.
Come quella di Angelo Giuseppe Tummarello, pediatra: un anno fa ha salvato la vita a una bambina colpita da un arresto cardiaco, grazie a un massaggio eseguito al momento giusto. O come quella di Giuseppe Signorello, che ha dedicato la vita all’accoglienza con la sua “Oasi di Torretta”. Sono due dei sei nuovi Cavalieri della Repubblica insigniti a Trapani.Con loro, anche Daniela Carlino e Laura Pergolizzi, Giuseppa La Barbera e Michele Garziano, storici funzionari della Prefettura.
Ma la Festa non si è fermata alle onorificenze. Il tricolore e la Costituzione sono stati consegnati a chi si impegna ogni giorno sul territorio. Come l’Istituto Ferrigno – Accardi di Castelvetrano: solo poche settimane fa ha organizzato un incontro pubblico contro la droga con il questore Giuseppe Peritore, mettendo la scuola al centro della comunità.
O come l’associazione Solidalmente di Mariella De Luca, che promuove l’inclusione delle persone con disabilità con laboratori, attività creative, momenti di condivisione e autonomia. Ogni giorno, nella sede dell’associazione a Trapani, si lavora per abbattere le barriere culturali e fisiche.
Una copia della Costituzione è stata consegnata anche alla Asd Fenici Rugby Marsala, rappresentata dal presidente Moreno Dibiasi: la società porta avanti un’azione educativa capillare sul territorio attraverso lo sport, coinvolgendo decine di giovani, e promuovendo valori come il rispetto, la collaborazione e la crescita comune.
Costituzione anche all’atleta paralimpico Antonino Lisotta, per i risultati raggiunti nel nuoto e nel paraciclismo, ma soprattutto per la forza con cui affronta ogni gara e la capacità di ispirare chi gli sta accanto.
E poi, a sorpresa, una mostra. Si chiama “I colori della libertà”, la mostra quadri sono stati realizzati dai detenuti del carcere Pietro Cerulli. C’è dentro rabbia, speranza, silenzio, e voglia di ricominciare. Sono messaggi dipinti, nati tra le mura di una cella, ma che parlano a chiunque abbia voglia di ascoltare.
" Questa giornata – ha sottolineato il prefetto Daniela Lupo – non è solo una celebrazione formale, ma un momento di impegno concreto. La lotta alla mafia e alla droga passa attraverso la presenza delle istituzioni, vicine alla gente, capaci di ascoltare e di intervenire. È importante che i cittadini vedano e sentano la nostra azione quotidiana, che sanno di poter contare su chi è al loro fianco. La Repubblica è fatta di persone, di comunità che scelgono la legalità e il rispetto, e sta a noi costruire ogni giorno questo tessuto di fiducia».
L’atrio e il cortile della Prefettura sono rimasti aperti al pubblico per tutta la mattina. In mezzo agli stand informativi delle forze dell’ordine, della Croce Rossa e delle istituzioni, c’erano famiglie, studenti, e tanti cittadini curiosi di capire cosa si muove davvero dentro lo Stato.
È così che la Repubblica si fa casa comune: non con la retorica, ma con chi ogni giorno ci mette la faccia.
Mentre in piazza Vittorio Veneto a Trapani si celebrava la nascita della Repubblica con la tradizionale parata militare, un gruppo di attivisti del collettivo Sinistra Libertaria ha dato vita a un presidio di protesta. Una contestazione pacifica, ma dal messaggio politico forte: «La Repubblica è del Popolo, non degli eserciti».
«Oggi in piazza non c’era il Popolo. Solo militari e autorità. Ma la Repubblica l’ha scelta il Popolo col voto del 1946», ha dichiarato Natale Salvo, portavoce del collettivo. Il bersaglio principale della protesta è stata proprio l’assenza di altre categorie sociali nelle celebrazioni ufficiali: «Non sfilano mai i medici, gli insegnanti, gli operai, i contadini. Non sfilano quelli che mandano avanti davvero l’Italia». Accanto allo striscione esposto dai manifestanti, anche bandiere palestinesi e cartelli contro la Nato, in un 2 giugno che ha assunto i toni di una denuncia contro le politiche del governo in tema di difesa e spesa militare.
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