Benedetto Petrusa, segretario della Camera del Lavoro (CGIL) di Marsala. Impegnato in questi giorni per la campagna del referendum dell’8 e 9 giugno. Si vota per cinque quesiti referendari, quattro sul mondo del lavoro, uno sulla cittadinanza. Come sta andando?
Con il passare dei giorni sta crescendo la consapevolezza sui quesiti referendari, cosa che non notavamo nei primi giorni. Siamo stati al mercatino in zona Stadio, a Strasatti e anche in Piazza Loggia e stiamo avendo un buon riscontro.
Le persone sanno e vogliono capire cosa votare o proprio non sanno che si vota?
Come dicevo, ultimamente stiamo riscontrando una maggiore consapevolezza da parte delle persone su quelle che sono le specificità dei vari quesiti. Stiamo lavorando bene, l’obiettivo è arrivare al 50% +1. L’importante è che venga rimesso il tema del lavoro al centro del dibattito nazionale, che per troppo tempo è stato lasciato a se stesso.
Entriamo nel merito dei quesiti, quali sono?
Il primo riguarda la possibilità di reintegro sul posto di lavoro per coloro che sono stati assunti con il Jobs Act a partire dal 2015 e che non sono coperti dall’art. 18. È un segnale che si vuole dare, una tutela per il lavoratore.
Il secondo quesito riguarda le aziende con meno di 16 dipendenti, dove attualmente, in caso di licenziamento, è previsto un indennizzo da due a sei mensilità per i lavoratori. Si chiede che a decidere le mensilità da rimborsare sia un giudice, che tenga conto dell’età anagrafica, degli anni di lavoro nell’azienda, dei carichi familiari.
Con il terzo quesito si vogliono reintrodurre le obbligatorietà delle causali, che attualmente non sono previste fino a 12 mesi, per i lavoratori precari.
Il quarto quesito è quello più importante e riguarda la sicurezza sul lavoro: vogliamo estendere la responsabilità all’azienda appaltante. Attualmente, con il sistema di appalti e subappalti, l’ultimo della catena si prende le colpe in caso d’infortunio, ed è quello che non ha le disponibilità economiche.
Infine, il quinto quesito è quello sulla cittadinanza. È importante poter estendere il diritto di cittadinanza italiana a persone che lavorano, pagano le tasse regolarmente, sono incensurate, residenti e hanno un reddito previsto dalla normativa. Si vuole ridurre da dieci a cinque anni il periodo per concedere la cittadinanza.
Quesiti referendari visti con grande fastidio dalla maggioranza di governo, dallo stesso governo, ma anche da alcuni partiti dell’opposizione. La Chiesa, invece, appoggia il referendum sulla cittadinanza, così come molte associazioni sensibili al tema del lavoro sostengono i quesiti referendari. Petrusa, come sta la CGIL?
Bene, stiamo ritornando a fare quello che non abbiamo mai smesso di fare: stare tra i lavoratori e cercare di intercettare i loro bisogni.
Quanti lavoratori sono iscritti alla CGIL a Marsala?
Sono circa duemila, soprattutto metalmeccanici ed edili.
Come stanno i lavoratori?
Si sta peggio, è inutile girarci attorno. I salari sono fermi al palo e oggi è difficile arrivare a fine mese. Poi ci sono tante tipologie di nuovo sfruttamento grigio, con contratti strani, fatti a chiamata. Votiamo Sì l’8 e il 9 giugno ai cinque quesiti referendari.