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09/06/2025 07:00:00

 Alta tensione nel carcere di Trapani: detenuti in rivolta per sei ore, agenti sotto assedio

Una rivolta scoppiata all'interno della casa circondariale Pietro Cerulli ha tenuto sotto scacco per oltre sei ore gli agenti della polizia penitenziaria. Protagonisti della protesta cinquanta detenuti, che si sono rifiutati di rientrare nelle celle, chiedendo più colloqui con i familiari e maggiori ore di socialità. Una protesta che ha riacceso l’attenzione sulle gravi criticità che affliggono il sistema carcerario italiano, specialmente nel Mezzogiorno.

La tensione è rimasta altissima dalle 15 alle 21. Solo l’intervento determinato degli agenti ha evitato il degenerare della situazione: alcuni reclusi avevano già assunto atteggiamenti minacciosi e violenti, brandendo oggetti contundenti e mettendo a rischio l’incolumità del personale. Una scena che, secondo i sindacati di polizia penitenziaria, si inserisce in un contesto nazionale sempre più esplosivo.

«Non possiamo accettare che i detenuti avanzino richieste infondate e, allo stesso tempo, si mostrino irrispettosi verso chi quotidianamente garantisce l’ordine e la sicurezza nelle carceri», ha dichiarato Donato Capece, segretario generale del Sappe. Parole condivise anche dal segretario provinciale Gaspare D’Aguanno, che ha parlato di "pressione insostenibile" sugli agenti in servizio.

Il sindacato Con.Si.Pe, in una nota, denuncia che episodi simili sono ormai all’ordine del giorno, e non solo a Trapani: «I disordini e le tensioni nelle carceri italiane, da nord a sud, isole comprese, proseguono senza sosta e senza risposte da parte del Governo. È una crisi annunciata che si finge di non vedere».

Nel 2020 lo stesso carcere era già stato teatro di una pesante rivolta: cento detenuti misero a ferro e fuoco la struttura, salirono sul tetto e distrussero un intero reparto. Un precedente che oggi torna prepotentemente alla memoria.

Il Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha ribadito la gravità della situazione: «La mancanza di risposte concrete, di personale e di risorse, sta lasciando la gestione delle carceri nelle sole mani degli agenti, che ogni giorno affrontano scenari di pericolo con coraggio e dedizione».

Intanto, la direzione dell’istituto penitenziario valuterà nelle prossime ore le sanzioni disciplinari da applicare ai detenuti coinvolti nella sommossa. Ma i sindacati avvertono: senza interventi strutturali, sarà solo questione di tempo prima che una nuova scintilla faccia esplodere un’altra emergenza.