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16/06/2025 00:10:00

Roma discute, il Medio Oriente esplode: l’Europa resta spettatrice

Giovedì 12 giugno si è tenuta a palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica Italiana, una riunione Ministeriale in formato "Weimar Plus".

Oltre a Francia, Germania e Polonia e ovviamente l'Italia che l'ha ospitata hanno partecipato l’Alta Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza della Commissione Europea Kaja Kallas, il Ministro degli Esteri ucraino Andrij Sybiha, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri e Globali spagnolo Diego Martínez Belío, il Vice Ministro per l’Europa, il Nord America e i Territori d’Oltremare britannico Stephen Doughty, estesa anche al Segretario Generale della NATO Mark Rutte. Due i dossier trattati: la sicurezza euroatlantica e il sostegno dei partner a Kyiv per arrivare a una pace giusta, che garantisca all’Ucraina adeguate garanzie di sicurezza. Al termine si sono svolti incontri bilaterali. In una conferenza stampa congiunta con l'omologo tedesco Johann Wadephul,Tajani aveva affermato: "Non abbiamo segna, al di là di quello che fanno gli americani,che Israele attaccherà l'Iran."

Dopo 15 ore Netanyahu ordina di bombardare siti nucleari di Teheran. Il collega Crosetto ha dichiarato:" Ce lo aspettavamo".Il delfino del Caimano nello stesso giorno prima dalla ricorrenza dei due anni dalla sua morte era molto più preparato a lodare e magnificare la sua politica estera e a questa domanda "Berlusconi avrebbe potuto giocare un ruolo nella mediazione tra Russa e Ucraina?", ha risposto:"Assolutamente sì. Toccava all'Onu intervenire all'inizio dell'offensiva e mandare dei mediatori in grado di essere dei mediatori che dovevano rappresentare l'Occidente, di cui però Putin si fidasse. Io avevo proposto di mandare Berlusconi e Merkel per cercare di parlare con Putin, si è aspettato, si è tardato, è stata un'occasione persa. Berlusconi sarebbe stato il perfetto rappresentante delle Nazioni unite per cercare di fermare e trovare un accordo". Dopo l'offensiva israeliana ha dichiarato: "Sono stati attacchi mirati che puntavano a colpire la produzione dell’atomica nucleare iraniana. Ho parlato a lungo con i ministri degli Esteri di Israele, dell’Oman e dell’Iran e ho chiesto a tutti quanti di evitare una escalation. Mi auguro che anche l’Iran abbia una reazione proprozionata". È stato ascoltato, ondate di missili su Tel Aviv e Gerusalemme. Non un accenno alle ragioni dell'escalation, ossia : stallo nei negoziati tra Teheran e gli Usa, con Benjamin che si è sentito scavalcato da Trump nella trattativa; il rapporto dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica -Aiea- ha stabilito che l'Iran non sta rispettando i suoi obblighi nucleari per la prima volta in venti anni; la necessità di rafforzare il governo e distogliere i riflettori da Gaza. Senza dimenticare che sempre il tycoon statunitense ha pure concluso una tregua separata con gli Houthi nello Yemen. In un momento storico in cui più che mai il dicastero degli Esteri è vitale, la gestione di questa crisi, per adesso, ha lasciato a desiderare.

Vittorio Alfieri