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20/06/2025 22:00:00

 "Marsala città viva, guai se non lo fosse"

In questi giorni, sulle pagine di Tp24, abbiamo letto diverse lettere di cittadini che lamentano rumori, disagi e disturbi in alcune zone di Marsala, in particolare la sera e la notte. Sono voci che meritano attenzione e rispetto, perché ogni cittadino ha il diritto di vivere con serenità nel proprio quartiere. Ma accanto a queste voci, è forse arrivato il momento di dire qualcosa anche a favore dello spirito che anima la città. Perché Marsala, piaccia o no, sta faticosamente ritrovando quella vivacità estiva che per l'inverno le è mancata.

La città è viva, e si vede. Si vede dai locali frequentati, dai giovani studenti che tornano e da altri giovani che arrivano qui per scoprire il nostro mare, il nostro vino, la nostra bellezza. Si vede dalla musica che accompagna un aperitivo o un dopocena serale, dai tramonti che diventano occasioni di incontro. È vero: la movida può dare fastidio, può disturbare il riposo. Ma è anche ciò che ci salva dal grigiore, dal deserto urbano, dall’abbandono.

Perché lo sappiamo tutti cosa diventa una città senza gente in giro: una città spenta, in preda al degrado, dove le saracinesche chiuse diventano la normalità, e dove l’insicurezza prende il posto della vita. È stato già visto, anche in alcune zone del centro città, e in tanti altri comuni italiani: la desertificazione urbana non porta pace, porta paura.

È facile invocare silenzio, ordine, chiusure anticipate. Ma a quale prezzo? Chi vorrebbe vivere in una città dove alle 22 è già tutto spento? Dove il centro storico è vuoto, i lidi deserti, i giovani costretti ad andare altrove per trovare un minimo di socialità?

Il turismo, piaccia o no, è oggi una delle poche vere risorse economiche per il nostro territorio. Non possiamo pretendere che arrivi senza accettarne le conseguenze naturali: più persone, più eventi, più vita. E sì, anche un po’ più di rumore.

Questo, però, non significa ignorare le esigenze dei residenti. Significa dialogare, trovare un equilibrio. Non è con i divieti generalizzati che si risolvono i problemi. Ma con regole sensate, orari rispettosi, controlli mirati dove serve. E con la consapevolezza che chi oggi “disturba” è, molto spesso, lo stesso che domani farà sopravvivere un’attività commerciale, pagherà un affitto, contribuirà all’economia locale.

Marsala è una città che merita di essere vissuta, amata, raccontata. Non possiamo imbavagliarla nel nome del silenzio assoluto. Perché il silenzio totale, quello sì, fa davvero paura.

E allora, forse, prima di indignarci per una chitarra, una risata, o una canzone al tramonto, chiediamoci che città vogliamo davvero. Una città viva, o una città vuota? Una città che respira, o una che si chiude in casa alle 21 e tira giù le tapparelle?

La risposta, in fondo, è tutta lì.

Fabrizio