Com'è andata la manifestazione di Trapani contro il massacro a Gaza
Venerdì pomeriggio Trapani si è fermata. Le luci delle vetrine e dei lampioni si sono mescolate a quelle più fioche ma più forti: le fiaccole di centinaia di persone scese in strada per chiedere la fine del massacro in Palestina. “Una Luce per Gaza” non è stata solo una manifestazione, ma un gesto corale, un grido di umanità che ha attraversato il silenzio assordante della comunità internazionale.
In tantissimi hanno partecipato: uomini, donne, giovani, anziani, famiglie intere. Presenti associazioni, movimenti, partiti politici e una significativa rappresentanza della comunità cattolica, che ha accolto l’invito del Vescovo di Trapani a prendere posizione pubblicamente contro l’orrore che ogni giorno colpisce la popolazione della Striscia.
«Non possiamo più restare indifferenti», hanno dichiarato in molti durante la marcia. «Abbiamo camminato per Gaza: per i bambini sotto le bombe, per le madri che seppelliscono i propri figli, per i sogni cancellati dalla violenza. Il dolore non si ignora. La pace si sceglie».
Tra le richieste portate in piazza:
Cessate il fuoco immediato
Protezione della popolazione civile
Rispetto del diritto internazionale umanitario
Riconoscimento dello Stato di Palestina
Liberazione dell’equipaggio della Freedom Flotilla
Liberazione di tutti gli ostaggi
Stop al riarmo
Apertura di una soluzione diplomatica e giusta per tutti i conflitti
Durante la manifestazione è stato rivolto anche un appello al Presidente della Regione Siciliana: interrompere i rapporti commerciali con Israele. Una raccolta firme è stata avviata e indirizzata, tramite il Prefetto di Trapani, al governo Meloni, affinché l’Italia prenda una posizione chiara e netta contro quella che molti dei presenti hanno definito senza esitazioni un genocidio.
Il sindaco Giacomo Tranchida ha partecipato al flash mob, ricordando non solo Gaza ma anche l’Ucraina, «per non dimenticare tutti gli esseri umani trucidati nelle guerre ingiuste in corso». E ha rinnovato l’appello al governatore del Libero Consorzio di Trapani affinché convochi un’Assemblea dei sindaci della provincia per chiedere uno stop ai rapporti commerciali con Israele e una presa di posizione forte della Regione e del governo nazionale.
Dal Partito Democratico è arrivato un messaggio diretto: «Non è più una guerra, è un massacro. E va denunciato con forza, anche dai consigli comunali, dalle istituzioni locali, da ciascuno di noi».
Giovedì 26 giugno alle ore 19, intanto, si terrà un Consiglio comunale straordinario e aperto sul tema. «Un appuntamento – si legge negli inviti diffusi in città – a cui tutte e tutti siamo chiamati a partecipare, per affermare che la pace è un dovere e che la vita di ogni essere umano ha lo stesso valore. Sempre».
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