La chiusura anticipata dei distributori automatici di alcolici, a Castelvetrano, era una misura attesa da tempo. Non passerà di certo come una soluzione rivoluzionaria, ma da più di un anno ormai – sui social, soprattutto – i cittadini chiedevano con insistenza un intervento alle autorità.
Del resto, almeno nella via principale che è corso Vittorio Emanuele, lo scenario cominciava a farsi inquietante. In un tratto di centro storico che è già desolante di suo, l’unica presenza costante dopo una certa ora era quella dei ragazzi visibilmente ubriachi che stazionavano davanti a distributori.
Una forma di “bivacco” che, al di là dei singoli comportamenti, con il tempo ha finito per rendere corso Vittorio Emanuele uno spazio difficile da attraversare nelle ore serali, soprattutto per chi si muove da solo.
È in questo contesto che si inserisce l’ordinanza firmata nei giorni scorsi dal sindaco Giovanni Lentini. Il provvedimento, che era già stato approvato lo scorso 30 ottobre, dispone la chiusura anticipata alle ore 21 di tutti i distributori automatici di bevande alcoliche presenti sul territorio comunale. Sarà compito dei gestori, poi, adottare le misure tecniche necessarie per impedire l’erogazione di alcol oltre l’orario consentito, sotto la vigilanza della Polizia Municipale. In caso di mancato rispetto sono previste sanzioni fino a 500 euro, oltre alla possibile chiusura dell’attività.
Secondo quanto riferito dal sindaco in una comunicazione diffusa sui social, già nei primi giorni di applicazione del provvedimento si sarebbe registrata una «riduzione delle presenze serali» nei punti più critici del centro. «Il feedback» scrive Lentini, arriva «sia da parte degli esercenti del Corso sia da parte dei cittadini». Che, almeno online, sembrano accogliere con entusiasmo la nuova misura.
Pare insomma che l’ordinanza abbia avuto un effetto immediato, che incide sulla percezione di sicurezza nello spazio pubblico e che risponde, almeno in parte, a una richiesta avanzata da tempo.
Eppure, chiudere in anticipo i distributori automatici non è sufficiente a cancellare le fragilità sociali che in quello spazio hanno finora trovato espressione. Il provvedimento interviene su una dinamica visibile, ma lascia aperta una questione più ampia, che riguarda il modo in cui la città vive – e attraversa – i suoi spazi dopo il tramonto. Il rischio è che il problema venga semplicemente spostato altrove, senza che la città si interroghi davvero su ciò che resta, quando per le strade scende la sera.
Daria Costanzo