Da ieri mattina è scattata l’allerta “Charlie” nella base militare di Sigonella, a pochi chilometri da Catania. La decisione è arrivata in risposta al bombardamento compiuto in Iran per ordine dell’ex presidente americano Donald Trump. L’innalzamento del livello di sicurezza è stato disposto dal Comando degli Stati Uniti in Europa (Useucom), che ha portato l’allerta al terzo grado, un passo sotto il massimo livello, il “Delta”.
Il provvedimento riguarda l’intera “Naval Air Station” di Sigonella, l’aviazione della Marina americana insediata all’interno dell’aeroporto “Cosimo De Palma”, sotto il comando dell’Aeronautica Militare italiana. Pur essendo ospitata da una struttura italiana, la componente statunitense dovrà ora adottare protocolli di sicurezza più stringenti per il personale, le strutture, i mezzi e gli spostamenti, sia all’interno che all’esterno della Base.
Rimane sotto la giurisdizione delle autorità italiane la responsabilità della sicurezza dell’intero aeroporto, inclusi torre di controllo e pista. L’allerta “Charlie” prevede un’intensificazione delle misure di controllo, con particolare attenzione agli accessi, alle operazioni quotidiane e alle attività logistiche degli oltre 5.000 militari americani presenti.
Per la sua posizione strategica al centro del Mediterraneo, Sigonella è considerata dagli USA uno snodo cruciale per le operazioni nel bacino euro-afro-orientale. Un ruolo che le è valso il soprannome di “Hub of the Med”, il crocevia del Mediterraneo.
Cosa può accadere in provincia di Trapani e in Italia?
"L'avanzata militare di Trump avvenuta stanotte (22 giugno), a sostegno degli attacchi israeliani, potrebbe causare un'escalation tale da coinvolgere molte potenze internazionali. Il nostro territorio dispone di decine di basi militari ufficiali affiliate alla NATO o direttamente agli USA, in luoghi come Sigonella, Aviano e Trapani-Marsala.
Queste basi avrebbero un ruolo strategico determinante: dall'Italia passerebbero aerei militari che, dopo un adeguato rifornimento, bombarderebbero dei civili iraniani.
Oltre a ciò, queste basi potrebbero diventare un concreto bersaglio missilistico, mettendo in estremo pericolo la popolazione italiana.
La posizione della Premier Meloni sulla necessità di annientare le presunte roccaforti nucleari iraniane risulta quantomeno preoccupante, oltre al fatto che legittima le mosse terroristiche e coloniali di Israele. Dello stesso avviso il Ministro degli Esteri Tajani, che, se da un lato minaccia l'Iran, dall'altro si schiera a fianco dell'entità sionista attraverso un atteggiamento servile verso il governo israelo-americano.
La conseguenza più immediata dell'escalation sarebbe, però, di carattere economico: un conflitto del genere acuirebbe una crisi economica già assilante all'interno del nostro paese. A farne le spese, sarebbe, come sempre, la popolazione italiana: invece di investire su politiche sociali reali l'Italia preferisce sostenere una politica fatta di morte e di degrado". Così il Movimento Log In che invita i cittadini trapanesi a scendere in piazza contro queste politiche scellerate.