Un cittadino salemitano disabile al 100% con sentenza passata in giudicato, alcuni mesi orsono aveva richiesto agli uffici comunali un parcheggio “ad personam”, da installare davanti alla propria abitazione.
Il Comune invece gli ha concesso solo quello generico. Ora, il protagonista della nostra storia ha deciso di chiedere le motivazioni del diniego.
Non di un capriccio o di una disputa di lana caprina si tratta, ma di una questione di vitale importanza. Almeno per la persona di cui stiamo parlando.
Chiariamo che il parcheggio per disabili personalizzato è uno spazio riservato ad un invalido in prossimità della propria abitazione o del luogo di lavoro delimitato da strisce gialle. Come per i posteggi per disabili generici, viene individuato da una segnaletica specifica che indica gli estremi del contrassegno invalidi del soggetto beneficiario.
Un parcheggio personalizzato non può essere occupato da nessuna altra macchina, nemmeno da un veicolo per disabili con contrassegno invalidi esposto qualora non trovasse parcheggio nelle vicinanze. Una differenza di non poco conto, come si vede.
Per capire perché sia tanto importate per lui avere sempre un parcheggio libero, ci ha raccontato come di recente, non avendo potuto posteggiare (lo stallo era occupato), nonostante l’urgenza di raggiungere subito l’abitazione perché sofferente di incontinenza totale. Non solo urinaria, per intenderci. Con tutti gli inconvenienti che si possono immaginare e costretto anche a mostrarsi all’umiliante vista di alcuni vicini.
Per porre termine a questo Calvario, piu’ volte si e’ recato in Municipio per capire per quale motivo non e’ stata accolta la sua richiesta. Inutilmente.
Da qui la decisione di inviare una lettera, contemporaneamente, al Comandante della Polizia Urbana e al sindaco di Salemi per chiedere “la motivazione scritta del mancato accoglimento della “concessione di un stallo riservato ai portatori gravi ai sensi dell’articolo n. 188 del Codice della Strada”.
La concessione di uno stallo ad personam e’ prevista dall’articolo 188 del CdS e dall’art. 381 del Regolamento di esecuzione del CdS.
Le persone disabili con particolari condizioni di invalidità, cioè con grave difficoltà o impossibilità permanente di deambulare, possono richiedere uno spazio per parcheggiare riservato (da qui il termine “ad personam” ) in prossimità della propria abitazione o del luogo di lavoro.
Per beneficiarne, il disabile interessato deve essere in possesso del “contrassegno invalidi” rilasciato dal Comune di residenza. Si tratta di una agevolazione concessa dal sindaco che, con propria ordinanza, assegna a titolo gratuito un adeguato spazio di sosta. Questo spazio è individuato da apposita segnaletica che riporta gli estremi del contrassegno invalidi rilasciato al soggetto autorizzato a usufruirne.
Alla luce di quanto prevedono le disposizioni vigenti, non ci dovrebbero essere problemi, ed invece siamo qui a parlarne non sapendo se siamo in presenza dell’ennesimo episodio in cui un Ente pubblico mostra di essere burocraticamente insensibile alle esigenze di un cittadino debole, o, invece, se ci sono motivi gravissimi, inconfessabili, che ostacolano l’accoglimento della sua richiesta.
Qualunque fosse la risposta, di una cosa siamo certi: ogni cittadino, disabile o meno, ha diritto ad avere una risposta, positiva o negativa che sia.
E invece, siamo costretti a ribadire ancora una volta quanto sia fondamentale riconoscere il diritto ad ogni persona di potere presentare tutte le istanze a cui si ritiene avere diritto, e di ricevere una risposta, indipendentemente dall’esito.
Le persone che chiedono non sono dei disturbatori seriali, come l’atteggiamento di qualcuno sembrerebbe suggerire, ma cittadini che hanno ancora fiducia nella Istituzioni. Non deludiamoli!
Franco Ciro Lo Re