Acqua marrone che scorre dai rubinetti, odore di fogna che invade le case, turisti che giurano di non tornare più. Trapani e Paceco vivono l’ennesima emergenza idrica estiva tra guasti, sospetti e rabbia crescente.
In via Custonaci, una coppia di visitatori racconta la loro esperienza choc: «Abbiamo aperto il rubinetto per farci una doccia e l’acqua era marrone, con un odore nauseante. Siamo scappati in un B&B vicino, ma anche lì la situazione non era migliore». La segnalazione si aggiunge a quelle di altri cittadini che da giorni lamentano problemi simili, con l’acqua torbida e maleodorante in diverse zone della città.
Poco distante, a Paceco, il consigliere comunale Salvatore Ricciardi ha formalizzato la protesta con un’interpellanza indirizzata a sindaco, ASP, Prefettura e Procura. Il 29 giugno, denuncia, sarebbero emerse anomalie nell’acqua del cisternone comunale, proprio mentre le autobotti comunali – fondamentali per fronteggiare l’emergenza – restavano inspiegabilmente ferme. «Durante una crisi sanitaria e idrica, le autobotti restano bloccate senza spiegazioni», scrive Ricciardi, chiedendo controlli immediati e interventi per garantire a tutti, soprattutto anziani e persone con disabilità, un approvvigionamento sicuro.
Intanto Trapani deve fare i conti con l’ennesimo guasto alla condotta di Siciliacque. I quartieri di Casa Santa, Pizzolungo, Rigaletta e San Giuliano potrebbero restare a secco per altre 48 ore. «I tecnici sono al lavoro», comunicano da Siciliacque, ma la cittadinanza non ci crede più.
Sui social la rabbia esplode. Rossella scrive: «È assurdo che nel 2025 siamo ancora con l’acqua a giorni alterni, sembra di stare in Africa». Antonella rincara: «Siamo roba da Terzo Mondo». Francesca denuncia: «Ogni anno la stessa storia. L’acqua fa puzza ed è marrone, una vergogna».
C’è chi usa l’ironia per non cedere alla frustrazione. Annalisa scherza: «Ci si potrebbe fare una serie tv, L’infinita rottura». Andrea si chiede: «Ma le rotture solo d’estate? Una coincidenza o un business per le autobotti?». E Giusy accusa: «Tutte ste manfrine servono solo per far lavorare le autobotti. Una mangiugghia tutta siciliana».
Il problema, però, va oltre il disservizio: mette a rischio l’immagine turistica di Trapani, che vive di accoglienza e mare. «Non ho più intenzione di pagare l’autobotte, è un mio diritto avere acqua corrente», sbotta ancora Rossella. «Quando arriva la bolletta avremo disagi anche noi per pagarla», aggiunge Daniele con sarcasmo.
E mentre il sindaco di Trapani prova a rassicurare i cittadini in un video – subito trasformato in meme per via della scopa in mano all’apertura dei bagni pubblici – la sensazione è che la pazienza sia finita. «Sempre d’estate, sempre le stesse rotture», ripetono Stefy e Mery. «Sembra tutto studiato a tavolino», scrive Claudio.
Ora si attende che le istituzioni diano risposte chiare.