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06/07/2025 09:04:00

Gaza, il consiglio comunale di Marsala si sveglia solo adesso

Il ritardo esiziale dei consiglieri comunali di Marsala, in particolare del centrodestra, sul conflitto in Palestina.

 

Nell'ultimo consiglio comunale è stata votata una mozione che chiede al Governo nazionale il riconoscimento dello Stato di Palestina. Proprio un anno fa, il Parlamento italiano, a stragrande maggioranza di destra e centrodestra, aveva bocciato una simile proposta. È stata invece approvata un'altra mozione, con il consenso di Azione e Italia Viva, in cui si chiedeva all’esecutivo di sostenere a livello internazionale iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato di Palestina, ma solo nel contesto di una “soluzione negoziata”. In sostanza, una formula che affida a Israele – che ricopre una posizione di forza – il ruolo di arbitro, sposando in termini acritici la linea di Washington, che da sempre parla di una soluzione “a due Stati” da raggiungere attraverso trattative. Questo, nonostante lo Stato ebraico – come più volte dichiarato da autorevoli membri del suo governo – non abbia alcuna intenzione di arrivarci.

 

Quando, nel maggio 2024, la Corte Penale Internazionale ha invocato e poi richiesto l’arresto di Netanyahu, del ministro della Difesa Gallant, ma anche dei leader di Hamas – Sinwar, ucciso nell’ottobre 2014, e Haniyeh, ucciso nel luglio dello stesso anno – il silenzio da parte della politica italiana è stato totale.

Gli abitanti di Sala delle Lapidi hanno chiesto al Governo anche di sostenere il cessate il fuoco a Gaza, l’apertura di corridoi umanitari, la cessazione dell’occupazione militare dei territori palestinesi in Cisgiordania e la fine della creazione illegale di insediamenti israeliani – esistenti, sciaguratamente, fin dal 1967. Tra le richieste anche l’adozione di sanzioni verso Israele e il pieno sostegno alla soluzione “due popoli in due Stati”.

Quando, come riportato nella mozione, il 10 aprile 2024 l’Italia si è astenuta nel voto all’ONU per riconoscere che lo Stato di Palestina ha i requisiti per l’adesione alle Nazioni Unite, da Marsala ancora nessuna voce.

Sono arrivati un po’ tardi, appena 15 mesi. Ma soprattutto, trattandosi anche di politica estera, in questi casi non esiste libertà di coscienza: esiste la linea di partito. E la verità è che della posizione dei consiglieri comunali di Marsala a Meloni, Tajani e Salvini non importa assolutamente nulla. Loro, adesso, prendono posizione dopo l’orrore di “50mila vittime civili, di cui 15mila bambini e bambine”, come trascritto nella mozione.

 

P.S. Notevole l’impegno di “chiedere al sindaco e alla giunta di esporre simbolicamente la bandiera della pace e quella della Palestina a Palazzo Municipale, fino al cessate il fuoco”. Ma sorge una domanda: a Palazzo VII Aprile è vietato?

 

Vittorio Alfieri