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10/07/2025 06:00:00

A Castellammare del Golfo la contrada Fraginesi è come se non esistesse

Da anni, almeno 12, ai vari sindaci che si sono succeduti a Castellammare viene chiesto di pensare a una toponomastica per la contrada Fraginesi e di azzerarne la numerazione civica arbitraria e irrazionale fin qui esistita.
Cento anni fa Fraginesi era solo campagna abitata da pochi nuclei familiari. Ma da 20 anni almeno si è trasformata mano mano in area di edilizia residenziale e turistica. Tantissime le seconde case che sono diventate prime case per sfuggire all'overtourism del paese, tantissime le case-vacanza e i residence turistici.


Doveroso, quindi, prendere atto di questo cambiamento. E invece il Comune cosa ha fatto o sta facendo?
 

Nulla. Non solo zero servizi, ma soprattutto nessuna denominazione che distingua le numerose stradine bianche e tanto meno una numerazione civica razionale. Udite, udite. I vecchi numeri civici esistenti sono arbitrari, "scelti" dai vecchi proprietari e addirittura " prenotati" per gli anni avanti. Puoi trovare il numero 20 accanto a un 400 !!!!
 

Risultato? Si vivono disagi quotidiani: per avere una bombola di gas, per ricevere la posta (anche dall'estero!), per spiegare il tuo indirizzo agli ospiti.
E se poi hai bisogno di un'ambulanza? Devi stare minuti preziosi al telefono per indirizzare gli autisti, spesso non del luogo. Vanno a tentoni in un dedalo di stradine. Quaranta minuti per avere un'ambulanza che arriva dal centro di Cmare a 7 km?
 

La pecca maggiore dei cosiddetti "amministratori della cosa pubblica" è di essere ciechi e non lungimiranti. Non vedere come cambia il proprio territorio, non pianificare la sua evoluzione. Preferiscono pensarlo immutabile nel tempo. In nome di che? Della tradizione? delle radici? dell'identità? Tutti concetti di una conservazione tesa a non intaccare i rapporti di potere, a non destabilizzare i fragili equilibri che tengono sempre alleati nel tempo categorie umane le più differenti.
W lo status quo ? E allora perchè fregiarsi di " destinazione turistica", quando di pianificazione turistica non c'è neanche l'ombra?
 

Possiamo volere, noi siciliani, turisti che ci giudicano ancora " con l'anello al naso? Magari a loro fa piacere incontrare "un folklore" vecchio di secoli, anche se pieno di disagi. Purchè si mangi bene, a pochi soldi e il sole sia garantito.
E a noi? Può fare piacere, ancora oggi, essere visti come gente da commiserare, perchè le modernità non sono arrivate?
 

Per questo, da pagani, adoriamo gli stranieri, gli altri-da-noi, quelli che vorremmo essere, anche se poi scavando un pò ti accorgi che noi siamo migliori: nel senso di ospitalità, nel gusto per il bello, nel sapersi divertire. Perchè divertirsi è un'Arte  e solo tutti i Sud del mondo lo sanno fare.Perchè nasce dalla creatività di chi è povero e non certo dai tanti soldi.
 

Ma quando è in ballo la salute, i Siciliani vedono rosso. Dimenticano esitazioni e paure.Acquisiscono forza dalla rabbia. L'incuria e il tira-a-campare dei sindaci opportunisti si deve denunciare. Tirano in ballo mancanza di fondi, scarsezza di personale o la burocrazia. Ma tutti in campagna elettorale dicono di credere nella sinergia pubblico-privato. Ipocriti. Non hai personale e denaro? Chiedi una mano ai privati. C'era una volta il mecenatismo. Solo attraverso i Mecenati l'Italia e il mondo si sono riempiti di opere d'arte.
 

La generosità  dei mecenati è scomparsa? No. E' solo che il pubblico ha paura di cedere potere al privato, di mostrarsi incapace di fronte a una efficienza privata.
 

Chi perde in questo non voler collaborare? Tutti noi società meridionale, che dobbiamo sentirci derisi o peggio in pericolo.
             
                                Paola Prizzi