Un rimorchiatore della Marina russa è stato avvistato mentre attraversava lo Stretto di Sicilia, diretto verso Est. Si tratta dell’MB-119 “Jakob Grebelsky”, già noto per aver scortato in passato unità strategiche della flotta di Mosca. A rilevarne la rotta è stato il sito di monitoraggio Itamilradar, secondo cui la nave viaggia a una velocità costante di circa 11 nodi.
L’episodio ha subito fatto scattare le misure di sorveglianza. Un ATR P-72A dell’Aeronautica Militare italiana, con matricola MM62281, è decollato dalla base di Sigonella, compiendo più orbite di osservazione nell’area interessata. L’aereo pattugliatore marittimo ha avuto il compito di monitorare da vicino i movimenti dell’unità russa, mantenendo la situazione sotto stretto controllo.
Possibile missione coordinata
Il rimorchiatore MB-119 era entrato nel Mediterraneo all'inizio di luglio insieme al sottomarino russo Novorossiysk, appartenente alla classe Kilo. Anche se non è confermata la presenza simultanea del sottomarino in questa fase, gli esperti ritengono plausibile che le due unità stiano operando nell’ambito della stessa missione, dato che fin dalla partenza da San Pietroburgo hanno seguito rotte parallele.
Scenario strategico complesso
Questo movimento rappresenta la seconda incursione recente di un sottomarino russo scortato nel Mediterraneo, dopo quella avvenuta a dicembre scorso. In quell’occasione, la Marina di Mosca aveva temporaneamente perso l’accesso alla base siriana di Tartus, limitando notevolmente la capacità operativa della propria flotta nella regione. La mancanza di un supporto logistico rappresenta ancora oggi un fattore critico per l’autonomia dei mezzi navali russi.
Precedenti analoghi
Non è la prima volta che Sigonella risponde con tempestività. Già il 26 dicembre 2024, un ATR P-72A si era alzato in volo per sorvegliare un convoglio navale russo a nord di Biserta, in Tunisia. Anche in quel caso, le navi russe erano dirette verso Est, attraversando il Canale di Sicilia.
Il continuo monitoraggio delle unità navali russe nel Mediterraneo rientra in una più ampia strategia di sicurezza e deterrenza messa in atto dai Paesi NATO, a fronte delle crescenti attività di Mosca nella regione.