Nel corso della conferenza stampa del 10 luglio, il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha voluto sgombrare il campo anche su uno dei nodi principali dello scontro con Valerio Antonini: l’impianto di climatizzazione del Palashark. Una richiesta avanzata dal patron del Trapani Shark, che però – secondo il Comune – non rientra tra le responsabilità dell’amministrazione.
«Tutto è pubblicato sull’Albo Pretorio – spiega Tranchida –. La convenzione, all’articolo 5, è chiarissima: io concedo l’impianto sportivo, se qualcuno lo riqualifica glielo dò gratis. Ma tutti i lavori, ordinari e straordinari, sono a carico del concessionario. Non c’è nessun obbligo per il Comune di fare l’impianto di climatizzazione, che peraltro comporterebbe una spesa mensile di circa 100 mila euro solo per l’energia elettrica».
Nonostante questo, Tranchida apre uno spiraglio: l’amministrazione comunale sta infatti lavorando alla candidatura per un bando nazionale legato all’efficientamento energetico degli impianti sportivi. Un progetto che includerebbe anche il palazzetto e la piscina comunale:
«Vinceremo il bando? Non lo so. Ma la scadenza è tra 90 giorni e ci stiamo lavorando, perché migliorare le nostre strutture è comunque un obiettivo».
La cittadella dello sport e le “bugie” sul ritardo
Il primo cittadino interviene anche sulla polemica relativa alla Cittadella dello Sport nell’area ex aeroporto di Milo, altro fronte su cui Antonini ha attaccato il Comune, accusandolo di non aver risposto in tempo utile alla proposta di investimento.
«Noi siamo a favore del progetto, da sempre – spiega Tranchida – ma a condizione che serva davvero a soddisfare un bisogno di impianti sportivi in Sicilia occidentale. Non certo per costruire centri commerciali mascherati. È un interesse pubblico, a prescindere dal nome dell’imprenditore».
Il sindaco ricorda che già nel 2018 aveva scritto al Demanio per chiedere l’apertura al mondo delle imprese su quell’area. Quando Antonini presenta la sua proposta, nel 2024, il Comune – sostiene Tranchida – si attiva immediatamente: «È falso che abbiamo risposto dopo cinque mesi. Lo stesso Antonini, a gennaio 2025, mi definiva una persona seria e diceva che il Comune si stava attivando nel rispetto delle norme. Poi, a marzo, cambia versione e accusa di ritardi. Ma sapeva tutto, sin dall’inizio. Sapeva anche che su quell’area c’erano interessi militari. Non è stato Tranchida a ingannarlo».
L’ultima stoccata, come sempre, è rivolta al metodo comunicativo del patron granata: «Si fa nascere una polemica a tavolino, per costruire il racconto del sindaco che mette i bastoni tra le ruote. Ma noi abbiamo sempre dato risposte, anche in tempo reale. Sono i fatti a parlare, e li stiamo consegnando alla città».