A Petrosino, la denuncia dell’Associazione “Gli Amici di Caterina”, attraverso le parole del presidente Antonio Indelicato accende i riflettori sulle persone più fragili.
"Dopo oltre tre anni di amministrazione, il bilancio sociale del Comune appare desolante - scrivono -. Secondo l’associazione, l’attuale governo cittadino avrebbe mostrato una totale assenza di attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani soli, persone con disabilità, famiglie in difficoltà. Esistenze silenziose che vivono nell’ombra, spesso dimenticate dietro le porte chiuse di case segnate dalla solitudine.
Nel comunicato si sottolinea l’assenza di servizi essenziali come l’assistenza domiciliare, progetti di inclusione sociale, interventi psicologici o centri di ascolto. Iniziative minime, ma fondamentali, che in altri contesti rappresentano il primo passo verso una società più giusta e accogliente. A Petrosino, invece, tutto questo sembra essere rimasto nel limbo delle promesse mai mantenute.
"Come si può amministrare un Comune senza avere lo sguardo rivolto a chi è più vulnerabile? Come si può parlare di progresso, di comunità, di futuro, se si voltano le spalle proprio a chi avrebbe più bisogno di non essere lasciato indietro? I servizi sociali, da anni, non esistono nei fatti. Non esiste una rete di supporto, non esiste un piano serio
per contrastare l’isolamento degli anziani o sostenere chi convive con una disabilità - scrive Indelicato - . Non esiste nemmeno la consapevolezza che queste persone sono parte viva e preziosa della nostra comunità. Eppure basterebbe poco: un servizio domiciliare, un aiuto per chi non può uscire di casa, un progetto di sostegno psicologico, un centro di ascolto. Piccoli gesti che diventerebbero grandi segnali di civiltà".
"Chi governa un territorio ha il dovere morale di non dimenticare i più fragili. Perché il valore di un’Amministrazione si misura non dalle luci delle inaugurazioni o dagli annunci sui social, ma dall’attenzione concreta verso chi non ha voce. Oggi esprimiamo la nostra profonda delusione e indignazione. Ma insieme a queste parole vogliamo anche
lanciare un appello: Non lasciate più sole queste persone. Non voltatevi dall’altra parte. Restituite dignità - conclude la nota di Indelicato - a chi vive nell’ombra e chiede solo di essere visto, riconosciuto, aiutato. Perché una comunità che dimentica i suoi più fragili smette di essere una comunità"