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14/07/2025 10:00:00

Marsala verso il voto: tra opportunismo, trasformismi e assenze di progetto

L'opportunismo della politica marsalese, con buona pace dell'etica pubblica (repetita iuvant: non riguarda tutti). Siamo in piena estate, ma tra il 15 aprile e il 15 giugno 2026, come stabilito dall’Assessorato alle Autonomie Locali della Regione Sicilia, anche Marsala tornerà alle urne. A causa del Covid, tutti gli attori che andranno in scena hanno guadagnato dai sei agli otto mesi per proporre il loro progetto in alternativa al sindaco uscente, che – a quanto pare – desidera ricandidarsi ed è alla disperata ricerca del sostegno dei partiti e delle liste civiche che, cinque anni fa, hanno prodotto il “capolavoro” (non si smetterà mai di rammentarlo) di alleare gli eredi di Almirante, Fratelli d’Italia, con quelli di Nenni, il Partito Socialista Italiano.

 

Dei cinque consiglieri eletti nei partiti e nella lista Marsala Città Punica, manco a dirlo, tutti hanno cambiato partito: Ferrantelli da FdI alla nuova DC Sicilia di Cuffaro, Gerardi e Carnese in Forza Italia, Genna e Orlando nel gruppo consiliare Civicamente. D’altronde, dei 24 eletti, solo quattro sono rimasti fedeli alle organizzazioni d’approdo a Sala delle Lapidi: Sturiano, Martinico, Giacalone e Coppola.

 

Un valore cardine dell’etica pubblica è la fiducia tra eletti e cittadini. Ebbene, se l’83% dei consiglieri ha ritenuto – legittimamente, come previsto dall’articolo 67 della Costituzione che vieta il vincolo di mandato – di lasciare il gruppo di provenienza, è necessario ricostruire la credibilità motivando l’abbandono. Ma questo è forse un limite dello scrivente, che continua a credere – soprattutto a livello locale – che possa esistere un voto d’opinione, anche se il bacino elettorale di ognuno è ben conosciuto in città e, molto spesso, non pertinente alle idee.

 

Ovviamente, tra riunioni del centrodestra, di Massimo Grillo, Stefano Pellegrino, Salvatore Ombra (che faceva parte della governance primordiale del sindaco in carica) e Andreana Patti, si è alla caccia dei consensi. Alla fine, contano soprattutto quelli. Del progetto – poco o niente: Grillo, Sturiano, S. Pellegrino e Ombra hanno detto ben poco negli ultimi cinque anni. Ombra, lo ricordiamo, è anche presidente di Airgest.

Ma la Patti, il PD e tutto il centrosinistra dovrebbero averlo già pronto, un progetto. Anche perché già cinque anni fa si sapeva che il contratto sui rifiuti scade il 31 ottobre prossimo. Occorre stabilire se serve un nuovo piano, se il "porta a porta" – che ha condotto la differenziata al 78% – abbia bisogno di correttivi dopo sette anni, anche in relazione alla peculiarità di una città-territorio come Marsala.

 

Altro dossier molto sensibile per gli abitanti è chi effettuerà i servizi forniti da Marsala Schola, la cui morte giuridica – da statuto – avverrà nel 2026. E poi, il vitale rilancio dell’economia, che non può prescindere dal vino, dal turismo, dalla valorizzazione del patrimonio culturale e dalla creazione di una rete tra pubblico e privato in materia.

A metà luglio, ci sono solo interlocuzioni allo scopo di creare l’alleanza, con l’assenza quasi totale del programma, se non con qualche timido accenno che poi andrebbe declinato nella realtà dell’urbe. Eppure, il progetto è un elemento essenziale dell’etica pubblica, anche perché molti protagonisti sono funzionari pubblici.

 

P.S. Vediamo se il Consiglio Comunale – con 17 componenti all’opposizione del primo cittadino – riuscirà nell’impresa di approvare, proprio al sindaco uscente, il nuovo Piano Rifiuti e la sostituzione di Marsala Schola con Marsala Servizi, attualmente in discussione nelle commissioni consiliari.

 

Vittrio Alfieri